Rocco Galasso, il presidente del centro Newman – che ha sede nella canonica della chiesa della Santissima Trinita’ di Potenza, nel cui sottotetto, il 17 marzo scorso, fu ritrovato il cadavere di Elisa Claps – si e’ detto ”disponibile” a sottoporsi ”anche alla prova del dna”. Il tutto per fornire alla famiglia della ragazza e agli investigatori la prova della sua ”assoluta estraneità” al delitto.
Galasso lo ha annunciato nella mattinata di martedì 13 luglio dopo che, nella serata di lunedì, durante la trasmissione di Rai3 ”Chi l’ha visto?”, alla quale hanno partecipato la madre e il fratello di Elisa, Filomena Iemma e Gildo Claps, e’ stato ”tirato in causa ripetute volte”.
”Non ho potuto ne’ posso rivelare ai media – ha aggiunto Galasso – una serie di notizie sul caso che ho riferito con massima precisione agli organi inquirenti, solo spontaneamente, nei ripetuti incontri che hanno portato a ricostruire il vissuto della vita parrocchiale e del Centro Newman. Essi sono, come comprensibile, coperti dal segreto istruttorio. Gli interessati sanno comunque tutto quello che era in mio potere di riferire”.
Galasso, in quella che ha definito la sua ”ultima dichiarazione alla stampa” sul caso della ragazza scomparsa e uccisa il 12 settembre 1993, ha espresso ”amarezza per essere finito nella gogna mediatica di una vicenda e una storia che purtroppo non ha assolutamente belle cose da raccontare”.