Non c’è traccia del profilo genetico di Danilo Restivo nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza – dove il 17 marzo scorso è stato trovato il cadavere della studentessa Elisa Claps, scomparsa il 12 settembre 1993.
La notizia sui due Dna maschili trovati e analizzati era emersa nei giorni scorsi e ora trova conferma nella perizia – di cui l’ANSA ha potuto conoscere le conclusioni – del professor Vincenzo Pascali, ordinario di medicina legale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che, su incarico del gip di Salerno Attilio Franco Orio, ha svolto accertamenti di natura genetico-forense sui reperti sequestrati.
Il medico legale ha estratto due Dna maschili, probabilmente di consanguinei, da macchie rilevate sul rivestimento di un materasso e su uno strofinaccio, ma essi sono diversi da quelli (tre, due dei quali identici) estratti da oggetti di Restivo sequestrati dalla polizia in Inghilterra, dove l’uomo è detenuto perché sospettato di un altro delitto. Durante gli accertamenti, il prof. Pascali ha rilevato in altri reperti minime tracce di Dna, ma completamente degradato e non analizzabile, “esito, senza dubbio – ha sostenuto il consulente – del tempo trascorso e dell’incedere dei fenomeni biologici e fisici della decomposizione tissutale”.