“Un ritrovamento pilotato”: lo dice don Marcello Cozzi, coordinatore dell’associazione Libera per la Basilicata, parlando degli sviluppi dell’inchiesta sulla scomparsa di Elisa Claps, i cui resti sono stati trovati dopo 17 anni nella chiesa della Trinità . Il sacerdote, che da sempre si occupa della vicenda, in una intervista al Tg5, fa riferimento a due “punti fermi”: “il cadavere nel sottotetto è stato visto prima del ritrovamento ‘ufficiale’ avvenuto il 17 marzo scorso, a partire almeno da gennaio-febbraio. Prima, qualcuno ha rimosso una parte dei calcinacci e delle tegole che ricoprivano il corpo di Elisa proprio per consentire il ritrovamento ‘casuale’ dei suoi resti”. Don Marcello ricorda come don Wagno, il viceparroco della chiesa della Trinità , 48 ore dopo la clamorosa notizia del ritrovamento di Elisa, “ha dovuto ammettere di aver sfilato gli occhiali dal volto del cadavere e di averli posati sul pavimento”. “Il sospetto che hanno tanti – continua il sacerdote – è che esponenti del clero possano essere coinvolti nella fase iniziale della storia di Elisa come nella fase finale del ritrovamento”.
L’indicazione sul segreto conservato nel sottotetto della chiesa, secondo il coordinatore di Libera, difficilmente però è avvenuta nell’ambito del segreto della confessione, ma molto più probabilmente è arrivata dal complice o dai complici che 17 anni fa si occuparono di nascondere il corpo. Quanto ai sospetti su se e quanto sapesse dell’accaduto Don Mimì, il vecchio parroco della “chiesa dei potenti” nel centro della città , morto nel 2008, don Marcello afferma: “Rifiuto a me stesso di pensare che potesse sapere, altrimenti sarebbe un mostro. E’ un mostro chi celebra messa e sa che in chiesa c’é un cadavere”.