Caso Claps: nel 2008 i preti già sapevano

Elisa Claps

POTENZA – I sacerdoti della chiesa della Santissima Trinità di Potenza avevano trovato il corpo di Elisa Claps già nel maggio del 2008, due anni prima del ritrovamento ufficiale del 17 marzo del 2010. Quest’ipotesi, riportata oggi, 26 gennaio, dal quotidiano locale Città di Salerno, è al momento al vaglio della Procura di Salerno che sta indagando sull’omicidio della studentessa di 16 anni il 12 settembre 1993.

Già pochi giorni dopo la scoperta ufficiale dei resti di Elisa nel sottotetto della chiesa il quotidiano campano aveva scoperto che monsignor Agostino Superbo, vescovo di Potenza, sapeva da almeno tre mesi, dopo la confidenza del vice-parroco don Vagno, che era stato informato dalle donne delle pulizie.

Le prime conferme dei dubbi sull’effettiva scoperta del cadavere si ebbero dalla perizia merceologica della dottoressa Eva Scacchi, che rinvenne sul corpo alcuni semi alati di acero: semi non freschi ma neppure troppo vecchi, che, secondo Scacchi, potrebbero risalire al settembre del 2009 o all’anno precedente.

Da qui si arriva ai primi mesi del 2008, quando don Mimì Sabia, l’anziano parroco della Santissima Trinità, viene affiancato, per volontà del vescovo, da don Guy Noel Okamba, giovane sacerdote del Congo. Morto don Mimì subentra gli don Noel, in attesa della nomina del vescovo. Il sacerdote congolese toglie le chiavi della chiesa e del centro Newman alle troppe persone che liberamente circolavano in parrocchia. Allo stesso tempo vuole controllare lo stato dei locali dei piani superiori, dove c’erano gravi infiltrazioni d’acqua. Durante questi controlli trova nel sottotetto il corpo di Elisa sepolto da un cumulo di tegole e altro materiale.

Il neo-parroco fa fare un po’ di pulizia. Ma durante la notte alcuni ragazzini prendono una tegola e la lanciano contro la vetrina di un negozio, sfondandola.  Il proprietario il giorno dopo sporge denuncia. E solo allora, scrive la Città di Salerno, don Noel informa i superiori del ritrovamento. Prima di essere rispedito in Congo, dove l’estate scorsa è stato rintracciato dai magistrati di Salerno.

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Maria Elena Perrero