GENOVA – L’accusa di associazione per delinquere verso l’ex ministro Claudio Scajola nell’inchiesta sul porto di Imperia è stata archiviata.
La stessa accusa è stata archiviata anche per il patron di Acqua Marcia Francesco Caltagirone Bellavista, che resta però sotto processo a Torino con l’accusa di truffa.
L’inchiesta sul porto turistico di Imperia era partita nel settembre del 2010. L’ipotesi iniziale era di associazione per delinquere. Tra gli indagati, oltre a Scajola e a Bellavista Caltagirone, c’erano il direttore generale del Comune di Imperia, Paolo Calzia, e gli ex direttori della Porto Imperia spa, Carlo Conti e Domenico Gandolfo.
Per questo filone d’inchiesta, dopo oltre due anni il gip di Imperia, su richiesta della procura, ha archiviato le accuse.
Resta in piedi nei confronti di Caltagirone Bellavista, Carlo Conti e altri otto imputati l’altro filone dell’inchiesta su una presunta truffa aggravata ai danni dello Stato per circa 288 milioni.
Secondo la procura, i lavori per la costruzione del porto turistico sarebbero stati affidati dalla concessionaria Porto Imperia spa alla Acquamare di Francesco Bellavista Caltagirone senza una regolare gara d’appalto.
Per l’accusa Caltagirone sarebbe stato scelto “secondo logiche di conoscenza anziché nel rispetto delle procedure stabilite dalla legge”.
Acquamare si è difesa dicendo che si trattava di un‘opera privata per la quale non sono investiti soldi pubblici.
Il 16 gennaio a Torino riprende il processo per truffa ai danni dello Stato, che vede appunto alla sbarra tra i dieci imputati anche Francesco Caltagirone Bellavista.