Clini: "Se la Concordia perde carburante in mare, lo Stato parte civile"

ROMA, 25 GEN – Se la Costa Concordia sversera' carburante in mare, lo Stato si costituira' ''per forza'' parte civile per danno ambientale. Lo afferma il ministro dell' Ambiente Corrado Clini in un'intervista al Gazzettino, in cui auspica che ''la situazione sia gestibile e la nave non scivoli in acqua''. L'esecutivo sta lavorando al decreto sulle rotte, che conterra' linee guida. ''Non divieti – spiega Clini – ma criteri, senza entrare nel dettaglio delle rotte''.

In merito al transito delle navi nel bacino di San Marco, il ministro sottolinea che la situazione e' complessa, ''perche' da un lato c'e' un valore da proteggere, che e' quello del traffico crocieristico, e dall'altro c'e' il fatto che il turismo in Italia ha prospettive di sviluppo se l'ambiente viene tutelato''. Un eventuale divieto d'ingresso ''va valutato per tutti i diversi impatti che provocherebbe. Intanto iniziamo col limitare la frequenza e la velocita'''. Nell'intervista Clini interviene anche su Porto Marghera. L'accordo con Comune e Regione per la bonifica delle aree e' ''questione di settimane'' dice. ''L'obiettivo e' concordare una procedura che consenta il risanamento delle aree in relazione al loro riuso: un conto e' fare una banchina industriale, altro un campo di grano. Qui si potrebbe produrre l'energia che servira' al Mose, quando sara' funzionante, attraverso fonti rinnovabili'', dichiara. ''E sarebbe interessante puntare sulla chimica verde''.

Sulle trivellazioni in Alto Adriatico, con Eni che si e' detta ''delusissima'' dal mancato abbassamento del limite da 12 a 5 miglia, ''si tratta di valutare qual e' il rischio dal punto di vista economico di compromettere il patrimonio paesaggistico rispetto al vantaggio di avere risorse energetiche'', commenta il ministro. ''Il limite delle 12 miglia e' fissato da una legge del 2010, non credo ci siano novita' per modificare quella norma. E poi e' antipatico che ci siano delle imprese che suggeriscono delle misure al Governo. Noi dobbiamo fare delle valutazioni che siano nell'interesse economico del Paese, non di qualche impresa''.

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