ROMA, 10 NOV – ''Questa volta non riescono a trovarla''. Erano sicuri di farla franca, certi che il maxi quantitativo di droga, cocaina purissima, sarebbe arrivata in Italia senza intoppi. Ma al porto di Livorno, nell'aprile scorso, i carabinieri del nucleo investigativo di Roma sono riusciti a scovare all'interno di un container circa 1.200 kg di droga, occultata in prodotti alimentari, lattine di ''palmito'', a bordo di una nave cargo proveniente dal Cile.
Un sequestro record che unito a quello effettuato il 12 novembre dello scorso anno a Gioia Tauro, 1000 kg trovati sempre a bordo di una nave, e i 400 kg sequestrati nel settembre del 2010 a Bogota', rappresentano uno delle piu' importanti operazioni svolte in Italia contro il narcotraffico. Droga appartenuta ad una sola organizzazione criminale che riusciva a nascondere, come accertato dagli inquirenti, la droga anche in bambole di legno, in materiale di imballaggio di pannelli e parquet in legno, in telai in metallo di carrelli agricoli. In totale sono 30 le ordinanze di custodia cautelare eseguite su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, dal responsabile Giancarlo Capaldo e dai pm Diana De Martino e Maria Cristina Palaia e che hanno colpito una organizzazione operante in piu' localita' italiane e all'estero, responsabile dell'importazione in Europa di ingenti carichi di cocaina dal sudamerica, in particolare dalla Colombia. E proprio in Colombia che gli inquirenti, grazie alla collaborazione dei colleghi sudamericani e quelli britannici, hanno arrestato questa notte Alessandro Pugliese, gestore di un ristorante e ritenuto l'anello di collegamento tra il gruppo criminale colombiano e quello italiano composto da personaggi di origine calabrese riconducibili a Vincenzo Calabrese, morto ammazzato lo scorso 12 marzo in un agguato a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia. Nel corso di una conferenza stampa colonnello Lorenzo Sabbatino, responsabile del nucleo investigativo di via In Selci, ha spiegato che la droga era destinata al mercato del nord Italia ed Europa. Una volta giunta sul mercato la cocaina avrebbe fruttato circa 500 milioni di euro. ''Come una piccola Finanziaria'', ha affermato il comandate provinciale dell'Arma, Maurizio Mezzavilla. Gli atti dell'inchiesta saranno ora trasmessi, per competenza, alla procura di Reggio Calabria.
