ROMA – L’accordo tra il Comune di Roma, il ministero dei Beni Culturali e Diego Della Valle per il restauro del Colosseo, faticosamente raggiunto nei mesi scorsi su una cifra di 25 milioni di euro, non va bene per la Uil. A giudizio del sindacato – che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei conti – consentirebbe infatti un uso esclusivo del Colosseo da parte della Tod’s di Della Valle, tanto da aver fatto già stoppare una intesa commerciale, vantaggiosa per le casse statali, con la Volkswagen.
‘Il Fatto quotidiano’ domenica ha dedicato un servizio all’intera vicenda (il segretario generale del Mibac e commissario per l’area archeologica romana Roberto Cecchi, citato dal giornale, ha annunciato querela) per la quale il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha invece rivendicato ”la massima trasparenza”. ”Ci abbiamo messo quasi un anno a perfezionare la procedura – ha detto il sindaco – mi auguro che nessuno si inventi fantasie che possono creare ostacoli ad un restauro che la città di Roma attende almeno da 30 anni”.
Il problema però, insiste la Uil, è proprio l’esclusività , anche se non è tanto questione di Della Valle che fa il suo mestiere, e ”il ruolo esercitato” dal Commissario Cecchi. ”La Uil – ha spiegato il sindacato – non è contro l’intervento dei privati ma è contro le dismissioni- Chi per lo Stato ha curato, elaborato, realizzato e firmato l’accordo, ha compiuto tutte le valutazioni del caso?”. Il sottosegretario al Mibac Francesco Giro ha respinto al mittente le osservazioni della Uil: la tutela del monumento ”era e resterà sempre affidata allo Stato” e sarà garantita dal lavoro ”puntiglioso” delle sue soprintendenze. Poi Giro ha aggiunto che proprio perché si sta parlando del Colosseo, ”monumento dall’immagine potente”, esso sarà subordinato ad ”una speciale tutela, il cui uso commerciale verrà sottoposto, come in passato, anche nell’intesa con la Tod’s, a forti limitazioni”.
Giro ha quindi sottolineato che ”l’intero Piano di Comunicazione”, predisposto dalla Tod’s e dalla Associazione Amici del Colosseo, dovrà ricevere ”entro 30 giorni dal suo ricevimento i rilievi scritti del Commissario e del ministero dei Beni culturali” e ha rammentato che non ”saranno consentite iniziative pubblicitarie e commerciali che possano in alcun modo ledere l’immagine e l’integrità del monumento”. Per questo ha definito le affermazioni contenute nel ‘Fatto’ ”prive di fondamento” ed ha anche messo in dubbio ”la veridicità delle affermazioni attribuite” dal giornale al direttore della valorizzaione del patrimonio culturale del Mibac Mario Resca che sul quotidiano avrebbe detto, tra l’altro: ”Io vorrei condividere con Della Valle una strategia di valorizzazione che la mia direzione generale ha in mente e che e’ lontana dalla mercificazione”. Sulla vicenda oggi e’ intervenuto anche l’ex presidente del Consiglio superiore dei beni culturali culturali, Salvatore Settis: ”Non ho visto i documenti ma, se le cose stanno cosi’ come leggo sul Fatto, mi sembra che sia una situazione da correggere”.