GENOVA – Parla la moglie di Juri Kharytonov, il comandante ucraino del cargo Msc Giannina scomparso da giovedì sera mentre la portacontainer viaggiava fra Gioia Tauro (Reggio Calabria) e Genova: “Mio marito non aveva alcun motivo per togliersi la vita. Perciò ditemi che fine ha fatto e, se è stato ucciso, trovate l’assassino”.
La donna è arrivata in questi giorni a Genova dall’Ucraina insieme al figlio di 20 anni, ed è stata ascoltata a lungo dagli agenti della Squadra mobile: “Juri non aveva alcun problema che potesse lasciar presagire un suicidio – ha detto alla polizia -. Era felice e non vedeva l’ora di sbarcare per tornare a casa. E non credo che sia caduto accidentalmente in mare visto che era molto esperto. Per questo temo possa essergli successo qualcosa di terribile. Forse è stato ucciso – ha detto la donna ai poliziotti – e se così fosse dovete trovare il responsabile”.
Dopo essersi affidata ad un avvocato, la donna ha preannunciato di volersi presentare parte civile contro il responsabile della sparizione del marito. Intanto squadra mobile e polizia di frontiera, in collaborazione con la Capitaneria di porto, coordinati dal pm titolare dell’indagine Marcello Maresca, dopo giorni di analisi, interrogatori e accertamenti scientifici sulla nave stanno privilegiando la pista dell’omicidio.
Secondo fonti ben informate, due dei 21 marittimi di equipaggio sono ‘attenzionati’: a tutti è stato prelevato il dna che sarà comparato con alcune macchie rinvenute a bordo della Giannina, nelle zone della plancia di comando e della cabina dello scomparso. La nave rimane sotto sequestro nel porto del Vte di Genova Voltri.