COMISO – Una squadra di 60 pompieri pagata per non fare nulla. Accade all’aeroporto di Comiso, in provincia di Ragusa. Un aeroporto “fantasma” inaugurato nel 2007, ma che è ancora chiuso. La struttura è costata 36 milioni di euro ma per problemi di burocrazia tra Stato, Regione Sicilia ed Enac non è mai stato aperto. E i vigili del fuoco pagati per vigilare passano da 5 anni le loro giornate a “girarsi i pollici”, come ha detto l’ex sindaco Giuseppe Digiacomo a Repubblica. Oltre al personale rimangono fermi nei garage anche due mezzi per il soccorso in caso di incendio nello scalo, costati ben 400 milioni di euro.
Digiacomo ha detto: “Di fatto si girano i pollici, visto che non c’è molto altro lavoro da fargli fare nella nostra zona”. Anche i sindacati parlano di sprechi: “In media ogni vigile guadagna circa 3000 euro lordi al mese, quindi i 60 colleghi che ci hanno inviato in più nella nostra caserma a oggi sono costati 2,3 milioni di euro”.
Il Comune aveva anche fondato una società di gestione pubblica al 35 percento e per il resto affidata a privati. La Intersac, società privata che ha vinto l’appalto, aveva versato ben 3,2 milioni di euro per un canone di 40 anni, soldi che il Comune ha già speso, avendo un debito di 25 milioni di euro.
La vita all’aeroporto ‘fantasme’ continua nella pace e nella tranquillità. Solo il suo nome vede cambiamenti: il sindaco Giuseppe Alfano, del Pdl, aveva intitolato l’aeroporto al generale Magliocco, protagonista della guerra in Etiopia di Mussolini, e non a Pio la Torre come era stato deciso in un primo momento.
La Regione ha così deciso di cambiare nuovamente il nome, come ha spiegato assessore regionale alle Infrastrutture Pier Carmelo Russo a Repubblica: “Abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa dei sindaci e delle associazioni imprenditoriali e sindacali della zona, che hanno presentato una denuncia alla Corte dei conti contro tutti i ministri all’Economia che da cinque anni a questa parte non hanno voluto garantire i soldi, pochi, necessari a far partire lo scalo”.7
Intanto Dgiacomo annuncia proteste: “Il piano industriale prevede per Comiso 1,5 milioni di passeggeri in tre anni con aumento del Pil provinciale pari a 1 miliardo di euro, ma lo Stato continua a non darci risposte, il 30 giugno occuperemo Fiumicino per protesta”.