Como, Vierchowod sarà candidato sindaco nel 2012

COMO – Lo “Zar” per chi non lo conosce. Il “nonno” per chi ha più confidenza. Pietro Vierchowod, 52 anni, è una delle rare bandiere del calcio italiano che mai sia finita irretita in scandali, scommesse o polemiche da bar. Un difensore roccioso ma gentile, una sicurezza inossidabile che ha abbandonato il campo a 41 anni suonati. E che adesso, undici anni dopo e con intermezzi da allenatore e commentatore sportivo, è pronto a rimettersi in gioco con tutt’altra casacca, quella di primo cittadino. È ormai ufficiale, infatti: Vierchowod si candiderà alle prossime elezioni comunali di Como, previste nella primavera del 2012.

Né destra, né sinistra: lo “Zar” metterà in campo una squadra di sconosciuti accomunati da una lista civica, il cui nome pare essere “Movimento Il Faro per Como”. Se il movimento saprà attecchire nel territorio comasco, il passo successivo sarà l’iscrizione nelle liste elettorali. «Organizzeremo forum per ascoltare i comaschi – spiega Vierchowod – e per proporre soluzioni ai problemi della città. Io sono il presidente, poi ci sono cinque amici. Dei loro nomi e di eventuali progetti politici riparleremo a settembre».

Ma intanto la curiosità cresce, anche perché si lega a un certo fermento civico dei calciatori residenti nel capoluogo lariano: qualche tempo fa Gianluca Zambrotta, giocatore del Milan, ha stanziato 350mila euro per il rifacimento del lungolago comasco. Com’è nata l’iniziativa di Vierchowod? «Grazie a voi giornalisti perché nei servizi su carta stampata e in televisione ho visto quello che è successo nei consigli comunali in questi anni. A Como la gente si lamenta, e io mi sento pronto a trovare la squadra giusta per sistemare le cose».

Bergamasco d’origine, l’ex giocatore di Roma e Sampdoria e vincitore del Mondiale ’82 in Spagna, vive a Como da quasi 34 anni. «Mi sento ormai comasco e ho in mente una lista civica, fatta di gente svincolata da tutto. Magari giovani ventenni o trentenni ma competenti: l’importante è che abbiano voglia di fare». E che cosa in particolare? «I temi sono tanti, prendiamo la viabilità: ormai il traffico è caotico e di mattina rimani bloccato».

Proprio come accadeva agli attaccanti che dovevano fronteggiare Vierchowod. Per questo, e per le sue origini russe, era chiamato lo “Zar”: perché davanti a lui ci si doveva fermare, con il rischio che dai suoi piedi potesse nascere un insidioso contropiede, un rilancio dell’azione. Proprio quello che oggi intende far ripartire Vierchowod, questa volta in campo politico.

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Alberto Francavilla