MILANO – La giovane presenta delle ''alterazioni'' in ''un'area del cervello che ha la funzione'' di regolare ''le azioni aggressive'' e, dal punto di vista genetico, ha dei fattori ''significativamente associati ad un maggior rischio di comportamento impulsivo, aggressivo e violento''.
E' con questa motivazione che il gup di Como, Luisa Lo Gatto, condannando a vent'anni una donna di 28 anni che uccise la sorella, le diede fuoco e tento' di ammazzare la madre, ha deciso di riconoscerle un vizio parziale di mente, non solo sulla base di accertamenti psichiatrici ma anche di analisi neuroscientifiche e morfologiche sul cervello e sul suo patrimonio genetico. ''Si tratta del primo riconoscimento in Italia, e uno dei primi al mondo, in cui le neuroscienze vengono utilizzate per vagliare l'imputabilita''', ha spiegato l'avvocato Guglielmo Gulotta, legale della donna, Stefania Albertani.
La giovane, nel maggio del 2009 nel Comasco, uccise la sorella di 40 anni, il cui corpo carbonizzato fu scoperto solo due mesi dopo, e poi nell'ottobre 2009, quando era solo indagata a piede libero per l'omicidio, tento' di strangolare la madre e di darle fuoco.
Il giudice, nel riconoscere il vizio parziale di mente, 'fa sua' una consulenza medica disposta dalla difesa. Prima si sofferma sulla 'tradizionale' perizia psichiatrica che ha riconosciuto che Albertani presenta ''un quadro psichiatrico caratterizzato dalla menzogna patologica'' e soffre di una ''sindrome dissociativa''. Poi il gup si richiama alla ''ricostruzione del correlato anatomo funzionale della sfera psichica della paziente attraverso le indagini di imaging cerebrale e di genetica molecolare'', svolte dai periti. Gli esiti di queste analisi, tra cui un esame della struttura cerebrale ad alta risoluzione, prosegue il gup, ''senza avere alcun valore deterministico, hanno consentito di accertare delle anomalie che si traducono in un significativo aumento del rischio di sviluppare certi tipi di comportamenti''. In particolare, ''e' emerso – si legge – che la perizianda presenta delle differenze nella morfologia e nel volume delle strutture cerebrali (…) alterazioni nella densita' della sostanza grigia, in alcune zone chiave del cervello (…) anche nei processi che regolano la menzogna, oltre che nei processi di suggestionabilita' ed autosuggestionabilita' e nella regolazione delle azioni aggressive''. Infine, ''sono stati, disposti accertamenti genetici per verificare se la periziando presentasse gli alleli che, secondo la letteratura scientifica internazionale, sono significativamente associati ad un maggior rischio di comportamento impulsivo, aggressivo e violento: all'esito di tali analisi – conclude il gip – e' emerso che (…) possiede tre alleli sfavorevoli''.