GROSSETO – Subito dopo la collisione con gli scogli ''hanno perso troppo tempo a dare l'allarme e a ordinare l'abbandono della nave''. Lo dice l'avvocato Giuseppe Grammatico, a Grosseto in doppia veste, ''sono il legale di una famiglia palermitana che era a bordo della Concordia – spiega – ma sono anche un naufrago essendo stato, a mia volta, su quella nave la sera del 13 gennaio scorso insieme a mia moglie. Ma in questo secondo caso sono rappresentato da un collega''.
Secondo l'avvocato Grammatico dovra' emergere ''la verita' su tutto quanto e' successo perche', ad esempio, non e' vero che il comandante e' andato verso gli scogli volutamente – spiega -: i motori erano spenti, c'era un blackout e sugli scogli la nave e' andata solo per l'abbrivio''.
L'avvocato Grammatico spiega che i suoi assistiti, padre, madre e una figlia minorenne, sono tra coloro che al momento hanno rifiutato l'accordo con la Costa, ''i miei assistiti sono tra quelli che hanno sofferto di piu', che hanno avuto piu' paura – prosegue – perche' erano saliti su una scialuppe che poi si e' bloccata sulla fiancata della nave, sono dovuti scendere e ripercorrere all'indietro tutta la nave per andare dall'altra parte. La Costa sta valutando caso per caso tra quanti hanno subito lesioni e valuteremo qualora ci venga fatta una proposta diversa''.
Di quella sera l'avvocato Grammatico ricorda la grande confusione che c'era, ''regnava sovrana, nessuno dell'equipaggio gestiva niente e anche la precedenza ad anziani e bambini eravamo noi passeggeri a darla''.
