MILANO – È tornato libero Pierluigi Concutelli, il leader di Ordine Nuovo, che, il 10 luglio del 1976, uccise a Roma il sostituto procuratore Vittorio Occorsio, “responsabile” di aver portato allo scioglimento il gruppo neofascista. Nei giorni scorsi a Concutelli è stata infatti riconosciuta la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute.
L’ex terrorista neofascista, ora libero, ha trascorso quasi la metà della sua vita in carcere. Romano, oggi sessantasettenne, Concutelli è stato fin da giovanissimo militante di gruppi giovanili di destra a Palermo fino a diventare, nei primi anni Settanta, uno dei capi di Ordine Nuovo. Per il delitto di Occorsio, Concutelli fu condannato all’ergastolo. Il terrorista considerava il sostituto procuratore il «responsabile» dello scioglimento del gruppo neofascista.
Negli Anni Ottanta poi Concutelli fu condannato ad altri due ergastoli per aver sgozzato in carcere con una corda di nylon due neofascisti, Ermanno Buzzi e Carmine Palladino, implicati nelle inchieste sulle stragi di Bologna e di Brescia e da lui considerati delatori. Ottenne in seguito il regime di semilibertà, che gli è stato revocato quando, nell’estate del 2008, mentre rientrava in carcere a Rebibbia, gli sono stati trovati in tasca hashish, denaro e un coltello.
Privato della semilibertà, è tornato in carcere ma nel 2009 ha ottenuto domiciliari perché colpito da ischemia cerebrale. Autore anche del libro biografico Io, l’uomo nero, ha partecipato anche ad una intervista televisiva a La7 durante la quale ha detto di non essersi pentito del suo passato neofascista, ma di provare rimorso per l’omicidio di Occorsio. Ora gli è stata riconosciuta la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute. Concutelli ha quindi lasciato gli arresti domiciliari e, come sottolinea sul suo blog Ugo Tassinari, studioso della destra radicale, “è stato trasferito dagli amici che lo assisteranno in una casetta sul mare, sul litorale di Ostia”.
”Io a Concutelli gli avrei dato la pena di morte. E non parlo solo come nipote di Vittorio Occorsio ma perchè l’Italia da oggi è un paese meno sicuro con lui in libertà”. E’ l’opinione di Vittorio Occorsio, nipote ventitreenne del giudice, del quale porta lo stesso nome, ucciso nel 1976 da un commando neofascista. Il giovane ha saputo dal padre Eugenio la notizia della liberazione dell’assassino del nonno. ”Sono incredulo e amareggiato”, dice il ragazzo.