Dovra’ pagare 375mila euro per risarcire il costo delle intercettazioni telefoniche relative ad una inchiesta per spaccio di droga che vide coinvolti decine di indagati.
E’ la disavventura di un artigiano trentino, gia’ condannato per droga a 18 mesi di reclusione, che ora si e’ visto recapitare la bolletta record non appena la sentenza e’ divenuta definitiva.
Nei suoi confronti e’ gia’ scattato il pignoramento di un quinto dello stipendio che, considerando l’entita’ della cifra, si puo’ definire alla stregua di un mutuo a vita con lo Stato italiano.
A rendere particolarmente pesante il conto presentato all’artigiano trentino, che oggi si e’ rifatto una vita ed ha una occupazione regolare, e’ il fatto che molti degli imputati erano extracomunitari irregolari senza lavoro ed introiti ufficiali. Il conto totale, per molte voci, e’ in solido e quindi lo stato puo’ rivalersi su chi puo’ pagare. Ora l’artigiano si e’ rivolto all’avvocato Stefano Daldoss nel tentativo di percorre la strada della cosiddetta “remissione del debito”. Un ricorso da proporre al magistrato di sorveglianza che, a fronte di particolari situazioni, puo’ decidere di condonare o di ricalcolare in diverso modo il debito con lo Stato.