Pagati anche se non lavoravano. E pagati bene. Il destino dei consulenti per i lavori pubblici del G8. Sono le rivelazioni contenute nelle carte processuali dei magistrati di Firenze, che indagano sulla costruzione della Scuola Marescialli del capoluogo toscano, e riportate da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.
Oltre tre milioni e mezzo di euro sono stati pagati a professionisti esterni, pagati anche se l’appalto era stato bloccato. Personaggi, a volte imparentati tra loro, che però non comparivano nelle liste ufficiali del Provveditorato.
Addirittura era stata ingaggiata una società per svolgere le mansioni affidate a uno dei funzionari. E quando gli sono state mostrate le carte, ha sostenuto che era tutto concordato con il Provveditore della Toscana Fabio De Santis, al momento in carcere con l’accusa di aver fatto parte dell’associazione composta anche da Angelo Balducci, Guido Anemone e Mauro Della Giovampaola.
Tra i nomi spicca quello di Sergio Fittipaldi, 61 anni, “dirigente a contratto delle Infrastrutture”. Nominato il 5 maggio 2009 “Responsabile Unico del procedimento” del cantiere , pochi giorni dopo dispone la sospensione dei lavori.
Secondo l’accusa, il blocco è stato determinato per favorire il costruttore Riccardo Fusi e la sua Btp (l’impresa Baldassini-Tognozzi-Pontello) che era stato estromesso in favore della società Astaldi. Nello stesso filone è indagato anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini, che avrebbe tentato di agevolare l’amico imprenditore.
Fittipaldi, ritenuto testimone chiave, ha riconosciuto di aver effettuato nomine esterne nonostante lo stop che aveva imposto. “Per la vicenda della Scuola dei marescialli, durante l’incarico del mio Rup, furono disposte alcune consulenze che hanno coinvolto un gruppo di professionisti tutti coordinati dal professor Silvio Albanesi. Sono stati tutti nominati con lettere di affidamento subito operative a firma del provveditore De Santis che rimandavano ai particolari economici ad atti successivi, cioè a schemi di disciplinare che dovevano regolare il contratto.
Ricordo – prosegue – di aver fatto il calcolo del compenso comunicandolo al ministero che ha le relative carte. Il professor Albanesi ha pattuito un compenso di 950.000 euro circa per il lotto A e il lotto B. L’architetto Carpenzano aveva un compenso di circa 200.000 euro per la parte architettonica, per l’impiantistica meccanica l’ingegner Eugenio Cimino aveva un compenso di circa 350.000 euro del tutto simile a quello della parte elettrica dell’ingegner Dario Zaninelli. Per la parte strutturale il compenso era stato congruito e accettato con la società Italingegneria di Roma, con direttore tecnico il figlio del professor Albanesi, ingegner Tommaso Albanesi ed era di circa 1 milione e 100.000 euro.
C’era poi l’incarico all’ingegner Fabio Frasca che aveva la consulenza degli impianti a rete esterna dell’area. Per costui il compenso accettato era di circa 90.000 euro. De Santis nel conferire gli incarichi pensava di attingere dal quadro economico generale gestito dal ministero con fondi del ministero dell’Interno eMinistero delle Infrastrutture con la particolarità che quelli dell’Interno sono definiti finanziamenti annuali e quindi in prima battuta erano erogazioni pubbliche, salvo poi addebitare all’impresa inadempiente l’esubero delle spese e quindi anche i costi di consulenza». Una tesi che i legali di De Santis, Remo Pannain ed Enzo Gaito, hanno già respinto. Fittipaldi riconosce poi che “Albanesi lo conosco da tempo, mentre il figlio l’ho conosciuto in questa occasione”.
Fittipaldi avrebbe anche firmato un contratto con la società Schema, che di fatto svolge le mansioni a lui affidate. “La ragione – si giustifica – è che la struttura ministeriale stava a Roma e io a Firenze. La mia struttura mi doveva consentire di controllare il gruppo di consulenti nominati. Il precedente Rup non aveva l’esigenza di una verifica tecnica del gruppo di lavoro, che non c’era neanche. La società Schema mi mette a disposizione una persona all’occorrenza, che rimane presso la sede, a cui io mi rivolgo in relazione ai compiti e alle esigenze che man mano si manifestano.
Il riordino delle riserve dell’impresa, lo screening sulle riserve, è stato fatto da Schema. Inoltre mi appoggio a Schema per i pareri legali. L’importo a favore della società Schema era una tantum e stabilito in 600.000 euro complessivi fino alla fine del procedimento. Il disciplinare non è mai stato formalizzato. Gli incaricati di tale società hanno fino ad ora lavorato in forza di una lettera di incarico dell’ingegner De Santis che daterei circa a giugno 2009”.
A Fittipaldi viene poi chiesto di elencare le ragioni che giustificarono il blocco del cantiere visto che secondo il suo predecessore era necessario un provvedimento motivato del ministero e anche in questo caso lui non può che “confermare la circostanza”. Poi aggiunge: “È stata proprio questa la ragione del contrasto che ha poi portato alla sostituzione di Mercuri”.
