Il governo è pronto ad un nuovo stato di emergenza se ce ne sarà la necessità e con la curva dei contagi in risalita il Green Pass “è fondamentale”. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, interviene dopo che da giorni si registra una ripresa del contagio da Covid: siamo passati in percentuale da un’incidenza di 30 casi per 100 mila persone a oltre 50 e anche l’Rt, l’indice di trasmissibilità, è passato da 0,8 a poco sopra l’1. Una fase che comunque non stupisce gli esperti, dal momento che, come è noto, con la stagione invernale i virus a diffusione area hanno la possibilità di propagarsi di più.
Anche il monitoraggio settimanale dell’Iss certifica che cresce l’incidenza dei casi di Covid in tutta Italia, con alcune regioni più esposte come il Friuli Venezia Giulia che ha visto in una settimana raddoppiare il valore, ma nell’ultima settimana aumenta l’incidenza anche in tutte le fasce d’età e in particolare sotto i 12 anni, cioè nella parte della popolazione che ancora non può essere vaccinata: in totale il 24% dei casi è stato diagnosticato sotto i 20 anni.
Dunque davanti ai dati in risalita Speranza non esclude nè un proga dello stato di emergenza nè dello stesso Green pass che -ricorda- “ci consente di tenere aperti tutti i luoghi della socializzazione, della cultura, i ristoranti, le scuole e le università: in un quadro epidemiologico diverso, faremo naturalmente tutte le valutazioni necessarie”.
In realtà prorogare l’attuale stato di emergenza è tecnicamente impossibile se non limitatamente fino al 31 gennaio del 2022: il governo tuttavia, se lo riterrà opportuno, potrà procedere per via parlamentare a emanare un provvedimento che preveda un nuovo stato di emergenza al quale sono ovviamente legati anche i protocolli riguardanti per esempio lo smartworking, il rientro dei lavoratori nei rispettivi posti di lavoro e la cassa integrazione. Anche il Green pass, che ha spinto i vaccini, scadrà il 31 dicembre, come lo stato di emergenza, ma il governo potrebbe ragionare sul futuro della certificazione con un decreto a parte che ne proroghi gli effetti fino, ad esempio, all’estate.
Assieme al Green pass l’altra barriera ad un contagio che comunque non molla la presa è il nuovo richiamo vaccinale. Sulla terza dose a tutti il ministro Speranza dice che “valuteremo con tutta la comunità scientifica, in questo momento stiamo partendo dalle categorie più fragili”, aggiungendo che comunque “abbiamo tutte le dosi necessarie,”. Il terzo richiamo , oggi, è raccomandato a tutte le persone di più di 60 anni che hanno completato il ciclo da più di 6 mesi e a tutti i fragili di ogni età. E’ vero anche che già per il prossimo 2 novembre è fissata una riunione dell’Aifa, chiamata a decidere non solo il destino del milione e mezzo di vaccinati Johnson&Johnson che hanno fatto una sola dose ma anche sulla terza dose agli under 60. Poi seguirà la decisione del Comitato tecnico scientifico e quindi, presumibilmente, l’ordinanza ministeriale sulla terza inoculazione.
E sulla campagna vaccinale, pur con una battuta d’arresto delle prime dosi dimezzate nell’ultima settimana e passate da 345mila a 184mila, il ministro non perde di vista l’obiettivo del 90% dei vaccinati: “Ambizioso -dice- ma a portata di mano”.