ROMA – Ogni giorno da domani all’ospedale Gemelli, al Bambin Gesù e al San Camillo di Roma sfileranno, come in una processione, 150 mamme con i loro bambini e col cuore in gola. Sono le mamme di quei bambini che sono nati dal marzo 2011 al Gemelli e che devono essere sottoposti ai controlli per verificare se siano affetti da tubercolosi. Sono quei bambini che sono venuti a contatto con l’infermiera che, ignara di avere la tubercolosi, li potrebbe aver contagiati.
C’è da immaginare l’ansia, la preoccupazione di queste mamme. I tre ospedali da domani saranno letteralmente “invasi” da un esercito tremante: saranno riempiti di bimbetti di pochi mesi e dalle loro madri col cuore in gola, che aspettano nella saletta bianca di sapere se loro figlio è malato, e quindi bisogna iniziare le cure, oppure possono tornare a casa e tirare un profondissimo sospiro di sollievo.
L’ansia cresce e sta crescendo anche in queste ore per queste mamme. E’ di lunedì, infatti, la notizia che altri due bambini sono risultati positivi al test della Tbc. Arriva la notizia, e l’esercito delle mamme tremanti va ancora di più in ansia, va letteralmente nel pallone. Tutte pensano: e se anche il mio è stato contagiato?
La situazione potrebbe essere o sembrare più grave di come era apparsa all’inizio. I bimbi trovati positivi finora stanno bene, ma comunque la notizia è che il virus si è trasmesso. E allora occorrono più controlli. Ecco perché la presidente del Lazio, Renata Polverini, ha deciso di aumentarne i numeri: si passa a farne 150 al giorno, 50 per struttura “cosicche’ entro il 31 agosto tutti i neonati saranno sottoposti al test”.
La Polverini spiega: ”Tutti i genitori saranno contattati, con telefonate e lettere della Asl che partiranno oggi stesso cosicche’ i genitori che sono in vacanza potranno trovarla al loro ritorno”. Un ritorno gelato dalle vacanze. “E se dovesse sfuggire qualcuno – aggiunge la Polverini – troveremo altre modalità . Ad esempio e’ gia’ capitato il caso di un bambino nato al Gemelli ma di un’altra regione. In quel caso e’ stato visitato nella sua regione, ma tutti i referti dovranno comunque essere inviati qui da noi, all’Unita’ di coordinamento. Tutti i 1.271 bambini dovranno essere sottoposti a test”.
