Coronavirus in Italia, il bollettino del 26 dicembre. Sono 24.883 i casi di Covid individuati in Italia nelle ultime 24 ore. Ieri i casi erano stati 54.762. Le vittime, secondo i dati del ministero della Salute, sono 81, mentre ieri erano state 144.
Sono 516.839 gli attualmente positivi al Covid in Italia, 16.373 in più rispetto a ieri. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.647.313 e i morti 136.611. I dimessi e i guariti sono invece 4.993.863, con un incremento di 8.428 rispetto a ieri.
Sono soltanto 217.052 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 969.752. Il tasso di positività, pertanto, sale all’11,5%, rispetto al 5,6% di ieri. Sono 1.089 (ieri erano 1.071) i pazienti in terapia intensiva in Italia, 18 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite.
Gli ingressi giornalieri sono 85. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 9.220 (ieri erano 8.892), ovvero 328 in più.
“Con oltre 50 mila casi al giorno destinati a diventare molti di più nelle prossime settimane, dobbiamo vivere in maniera diversa la convivenza con il virus. Ho seguito e sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi di vaccino che hanno il Covid. Ebbene queste persone hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno f e con il Covid di chi non è vaccinato. Chi è malato deve stare a casa, come sempre si sarebbe dovuto fare per le malattie infettive contagiose e dobbiamo finire con il tracciamento. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo”.
A scriverlo sul suo profilo social è l’infettivologo genovese Matteo Bassetti. Che prosegue: “Il rischio, continuando così è trovarci tra pochissimo con milioni di persone isolate e in quarantena. Chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale? Usciamo dalla visione del Covid come malattia devastante” ha concluso, “e entriamo nella fase endemica con una malattia più gestibile (nei vaccinati) costruendo regole diverse. Altrimenti sarà durissima”.
Non è stata una “vera” vaccinazione, ma una puntura sì, quella a cui il presidente del Veneto Luca Zaia si è sottoposto la mattian di oggi, domenica 26 dicembre, per convincere un bambino a farsi somministrare il vaccino anti- Covid. E’ accaduto a San Vendemiano in provincia di Treviso. Zaia, hanno riferito all’Ansa fonti della Regione, si è fatto in sostanza “bucare” il braccio per far vedere al piccolo che l’iniezione non è dolorosa. Un “siparietto” che è stato colto con curiosità dai presenti, nella prima giornata di apertura dell’hub.