Coronavirus in Italia, il bollettino del 3 dicembre. Sono 17.030 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 16.806. Sono invece 74 le vittime in un giorno, ieri erano state 72.
Sono 216.154 gli attualmente positivi al Covid in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, 7.283 in più nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della pandemia i casi totali sono 5.077.445, i morti 134.077. I dimessi e i guariti sono invece 4.727.214, con un incremento di 9.658 rispetto a ieri.
tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia sono 588.445, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 679.462. Il tasso di positività è al 2,9%, in aumento rispetto all’2,5% di ieri. Sono invece 708 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 10 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 60. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 5.385, ovvero 87 in più rispetto a ieri.
La vaccinazione contro l’influenza sembra essere in grado di ridurre del 14% il rischio di infezione da Sars-CoV-2. Non solo, nel caso in cui avvenga il contagio, si avrà una riduzione dei sintomi e dell’infiammazione generale e un recupero più rapido. Sugli effetti dell’antinfluenzale avevano cominciato a lavorare lo scorso inverno già alcuni ricercatori. E oggi arriva la conferma con l’esito di studi osservazionali che hanno coinvolto Italia, Spagna, Israele e Stati Uniti.
“Questo risultato probabilmente è dovuto alla cosiddetta trained immunity, il fenomeno per cui dopo una vaccinazione di qualsiasi tipo c’è un incremento e un’accelerazione della risposta immunitaria in caso di contatto con un altro agente patogeno. L’antinfluenzale insomma ‘allena’ il sistema immunitario e in caso di contatto con il coronavirus può ridurre le possibilità di positività da Covid grazie alla maggiore azione antivirale”, ha spiegato il presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria Francesco Landi.
Stefania Maggi, dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr Sezione di Padova spiega che “la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale con la terza dose di anti-Covid è possibile ed è un ottimo scudo anche e soprattutto per gli anziani fragili”. Gli esperti ritengono che anche altri due vaccini siano fondamentali negli over 65, l’anti-pneumococcica e l’anti-Herpes Zoster. Lo pneumococco è la causa più comune di polmonite fra gli anziani ed è letale nel 20-40% dei casi. L’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio è causato dalla riattivazione del virus della varicella frequente soprattutto dai 50 anni in poi ed è responsabile in un caso su 5 di una dolorosissima nevralgia post-erpetica.
“Le coperture per questi due vaccini sono ancora inferiori all’antinfluenzale, invece si tratta di vaccini sicuri e preziosi per la salute degli over 65 che si possono fare tutto l’anno per essere protetti per sempre”, ha concluso Francesco Landi. Che ha spiegato: “le vaccinazioni sono un preziosissimo strumento di salute per gli anziani, per continuare ad avere una vita attiva e per scongiurare ricoveri, disabilità, mortalità: la necessaria terza dose di anti-Covid può essere un’ottima occasione per pensare anche agli altri scudi che possiamo sollevare per proteggere i più fragili”.