

PRATO – Quarantena volontaria prima dei decreti, auto isolamento e controllo reciproco. Un metodo che ha permesso alla comunità cinese più grande d’Italia, ovvero quella di Prato, di avere zero contagi da coronavirus.Â
A Prato infatti per esempio, mille bambini e bambine erano stati tenuti a casa prima del decreto del governo. La comunità cinese in Italia chiedeva una chiusura delle strutture educative già da tempo.
“Abbiamo osservato con preoccupazione il mancato rispetto delle regole nelle zone rosse”, spiega al Fatto Quotidiano Marco Wong, consigliere comunale di Prato, “le persone cinesi, alcune di loro già alla terza o alla quarta quarantena, sono spaventate dagli episodi di mancanza di responsabilità , come le fughe dal nord Italia oppure le persone che sono andate a sciare nel fine settimana o che hanno affollato i bar. Non capiamo perché il virus sia stato preso così alla leggera. Nella comunità cinese prevale il senso di compattezza sociale e di autocontrollo per la tutela della salute della comunità ”.
“Adesso, la comunità cinese è spaventata dalla situazione in Italia”, conclude Wong, “alcune persone stanno iniziando a tornare in Cina, dove l’emergenza sta rientrando, andando incontro ad un’ulteriore quarantena all’arrivo”. A Wuhan, focolaio del contagio, è stato appena chiuso l’ultimo ospedale allestito per l’emergenza. (Fonte Il Fatto Quotidiano).
