ROMA – Dice di avere il “cuore spezzato” dalle accuse che gli sono state rivolte. E soprattutto dice che i soldi al ministero dell’Ambiente lui non li ha mai presi. Corrado Clini, ex ministro ai domiciliari con l’accusa di peculato respinge tutte le accuse. Lo fa con una lettera diffusa dai suoi avvocati in cui fa prevalere, almeno nelle prime righe, l’elemento emotivo:
“Le accuse che mi sono state rivolte mi spaccano il cuore. Spero che ancora una volta i fatti e i risultati del mio lavoro prevalgano sui pregiudizi e sull’ideologia”.
Quindi l’ex ministro invita a chiedere conto dei suoi comportamenti a chi ha lavorato con lui:
“Chiedete alle decine di imprese, dalle più grandi e più note alle più piccole, che hanno realizzato grazie al mio lavoro centinaia di progetti in Italia e nel mondo, con successo. Chiedetelo – scrive Clini – alle università e agli enti di ricerca in Italia, in Brasile, in Cina, in Iraq, negli Usa, nei Balcani, che hanno collaborato con me in tutti questi anni ed hanno realizzato progetti esemplari che sono un vanto per l’Italia. Chiedetelo anche ai lavoratori dell’Ilva di Taranto, e chiedetelo all’azienda. Chiedetelo ai lavoratori ed alle imprese di Piombino, di Porto Marghera, di Tor Viscosa, di Trieste. Chiedetelo alle centinaia di comuni, alle province, alle regioni con cui ho promosso e realizzato centinaia di progetti locali”. “Chiedete a tutti questi – conclude Clini – se sono corrotto”
I pm, però, la pensano in un modo diverso. Contestano a Clini ben otto bonifici. Soldi del ministero dell’Ambiente che Clini avrebbe in qualche modo stornato e fatto arrivare sui suoi conti. Soldi che servivano per un progetto in Iraq e che in parte sarebbero tornate, è l’accusa, sul conto di Clini dopo aver girato mezzo mondo.
La versione dell’ex ministro è diversa. Dice di essere stato pagato (e di non aver ancora riscosso) ma non dal Ministero, da una Ong:
Tra il 2004 e il 2011 “ho svolto un’attività di supporto alla formazione” di una Ong impegnata in Iraq: attività per la quale “ho ricevuto la copertura delle spese ed un compenso (non ancora riscosso) finanziati con risorse diverse da quelle del ministero dell’Ambiente”.
“Risponderò alla magistratura, a partire dalla vicenda dell’Iraq” scrive Clini fornendo la sua versione sulle accuse che lo hanno portato in carcere. In Iraq infatti, sostiene l’ex ministro, “accanto all’importante lavoro promosso dal ministero dell’Ambiente italiano, tra il 2004 e il marzo 2011 ho svolto, su loro richiesta, un’attività di supporto alla formazione di una organizzazione non governativa per lo sviluppo sostenibile e la pacificazione di quel martoriato paese. Organizzazione riconosciuta oggi a livello internazionale e premiata con importanti riconoscimenti anche per il mio contributo”. E’ per queste attività, aggiunge Clini, che “ho ricevuto la copertura delle spese ed un compenso (non ancora riscosso) finanziati con risorse diverse da quelle del ministero dell’Ambiente italiano”.