ROMA – Dopo una ”fase di temporanea attenuazione nel 2007-2008”, ha ”ripreso ed anzi si è ulteriormente sviluppato” il conflitto tra Stato e Regioni dinanzi alla Corte costituzionale: lo ha sottolineato il presidente della Consulta, Ugo De Siervo, nel corso del tradizionale incontro annuale con la stampa.
”Basti dire – afferma – che nel 2010 per la prima volta vi sono state più sentenze originate da ricorsi in via principale che per giudizi in via incidentale (99 contro 98). Né – aggiunge de Siervo – il futuro prossimo lascia sperar meglio, a giudicare dal fatto che in questo stesso anno sono pervenuti ben 123 nuovi ricorsi in via principale (circa 2/3 proposti dal governo e gli altri da Regioni e Province)”.
La ”soluzione del problema – secondo il presidente – sta in un’organica politica di attuazione costituzionale” della riforma del nuovo Titolo V ”che riduca la conflittualità”. ”Questo compito – conclude De Siervo – spetta quindi al Parlamento e al governo”, visto che ”il legislatore ordinario non ha finora sviluppato in modo coerente e sistematico la riforma costituzionale del 2001”. Mancano, infatti, ”le norme di trasferimento degli uffici e dei mezzi finanziari, così come moltissime leggi-cornice e normative di principio”.