ROMA – Fino a cinque anni di carcere per chi ai cortei e alle manifestazioni “fa uso di caschi protettivi ovvero di ogni altro mezzo atto a rendere impossibile o difficoltoso il suo riconoscimento”. Lo prevede la bozza del disegno di legge sulla sicurezza urbana all’articolo 20. Il testo prevede da 2 a 5 anni di pena e una multa da mille a 5mila euro anche per chi lancia o utilizza tra l’altro “razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi…bastoni, mazze, scudi, materiale imbrattante o inquinante, oggetti contundenti”.
Codice identificativo solo per i reparti, non singoli agenti. L’articolo che introduce il ‘codice identificativo di reparto degli operatori in servizio di ordine pubblico’ è il 21: “gli operatori – si legge nella bozza del disegno di legge – devono esporre un codice finalizzato a consentirne l’identificazione durante il servizio di ordine pubblico, in relazione al reparto di appartenenza”.
Viene, inoltre, “vietato al personale in servizio di ordine pubblico l’uso di caschi e uniformi assegnati ad operatori al altro reparto”. Chi viola la disposizione, “salvo che il fatto non costituisca reato”, è punito con una “sanzione amministrativa pecuniaria di 5 mila euro nonché la sanzione disciplinare prevista dall’ordinamento di appartenenza”. Il codice identificativo però non sarà immediatamente operativo. Entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, si legge infatti, con decreto del presidente della Repubblica previa deliberazione del Cdm, devono essere determinati “i criteri generali concernenti l’obbligo di utilizzo e le modalità d’uso del codice, prevedendo specificatamente che l’attribuzione del suddetto codice identificativo di reparto avvenga secondo criteri di rotazione per ciascun servizio”.