Cortina si ribella al piano casa di Zaia: “In troppi costruiscono qui”

Dolomiti

CORTINA (BELLUNO) – Due anni di residenza e si ha carta bianca per costruire, a Cortina e negli altri Paesi delle Dolomiti i sindaci di centrodestra se la prendono con il governatore del Veneto Luca Zaia. Ce l’hanno contro chi fa il furbo a casa degli altri,  con tutti quei turisti che hanno avuto senza troppe difficoltà il permesso di fare una casa in montagna proprio ai piedi della Tofane.

A raccontare i malumori in quel di Cortina è Gian Antonio Stella dal prima pagina del Corriere della Sera. I numeri snocciolati parlano da soli: poco più di 6 mila abitanti e circa l’80% della proprietà immobiliare è in mano ai non residenti.

L’ampezzano Andrea Franceschi e l’asiaghese Andrea Gios si sono messi alla guida delle proteste. Ad Asiago, Roana e Gallio i pochi abitanti si sentono praticamente circondati dalle seconde case e rivendicano l’ultima parola su chi costruisce.

Gios spiega al Corriere che «esistono zone intere caratterizzate dalla presenza di edifici unifamiliari, ville di dimensioni rilevanti con ampi giardini, costruite negli anni 70 come case per vacanza in lottizzazioni prive di marciapiede con strade strettissime e senza adeguati sottoservizi».

Crocetta del Montello, denuncia l’urbanista Tiziano Tempesta, ha 5.714 abitanti e 28 aree industriali: una ogni 204 residenti. Ciò che tanto sta a cuore ai sindaci è il nuovo piano casa del Veneto e quella regola che dice che i proprietari di un immobile hanno diritto ad aumentare la cubatura purché «si obblighino a stabilire la residenza e a mantenerla almeno per i ventiquattro mesi successivi al rilascio del certificato di agibilità».

Spiega il sindaco di Asiago: «Questo vuol dire che qualsiasi persona, di qualsiasi parte d’Italia, può comprare una casa ad Asiago, richiedere e ottenere l’ampliamento fino al 35% in più rispetto al volume esistente o addirittura fino al 50% in caso di demolizione e ricomposizione volumetrica, solo impegnandosi a trasferire per due anni la residenza. E se poi non si trasferisce davvero? Cosa facciamo: avviamo una causa giudiziaria fino in Cassazione per demolire? Ma ci si rende conto dell’impatto di questi interventi? Così ogni turista che ha una seconda casa è spinto a trasformarsi in un immobiliarista d’assalto».

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