ROMA – Con l’arrivo del 2012 i rapporti tra contribuenti e Fisco appaiono destinati a un punto di svolta, che porterà, tutto lascia prevedere, ad accentuare le diffidenze reciproche e ad aumentare il contenzioso. Entra infatti a pieno regime la limitazione nell’uso del contante, arriva il supercalcolatore Serpico che potrà incrociare i dati delle dichiarazioni fiscali con quelli dei pagamenti telematici, e arriva anche il nuovo redditometro.
Come spiega Gino Pagliuca sul Corriere della Sera nella vicenda di Cortina bisogna distinguere la posizione degli esercenti che il 30 dicembre hanno miracolosamente battuto scontrini superiori tra tre volte (bar ed alberghi) e quattro volte (i negozi di lusso) rispetto allo stesso giorno del 2010 e anche rispetto al giorno prima il giro d’affari ufficiale è in molti casi raddoppiato. Il prodigio è stato possibile, come raccontano dall’Agenzia delle Entrate, posizionando due ispettori in ognuno dei negozi controllati. Per gli esercenti monitorati ora scatterà il cosiddetto accertamento analitico-induttivo. In pratica il Fisco accerterà il reddito degli esercenti partendo dal dato ufficialmente acquisito il giorno dell’ispezione.
Diverso il caso dei possessori di auto di extralusso identificati nel medesimo blitz: non battere uno scontrino è sempre illegittimo, detenere in proprietà una fuoriserie no, ma certo se ci si presenta al Fisco con una dichiarazione dei redditi inferiore a 30mila euro mentre si posseggono vetture che valgono cifre a cinque zeri il sospetto è legittimo e nel caso sembra riguardi un possessore su tre tra quelli identificati.
In questo caso scatta il cosiddetto accertamento sintetico: il Fisco presume sulla base del tenore di vita del contribuente (l’auto è solo uno degli aspetti) quale può essere il reddito congruo; tocca al contribuente dimostrare che ha i mezzi per permettersi ugualmente le spese che fa. Se è in grado di farlo può sfuggire alle pretese del Fisco. Può capitare ad esempio di aver ereditato una casa e di averla ceduta: il valore rilevante ai fini fiscali non è quello effettivo di vendita ma quello catastale. Se il contribuente ha avuto l’accortezza di dichiarare nel rogito anche la cifra reale può giustificarsi e farla franca.
Del nuovo redditometro si sa quasi tutto (il software, denominato reddiTest, è liberamente scaricabile sul sito www.agenziaentrate.gov.it) tranne la cosa più importante: come verranno pesate le varie voci e a quali risultati porteranno.
Il programma prevede 100 tipologie di entrata e di uscita, suddivise in sette macrocategorie: l’abitazione (entrano nel computo le spese per le utenze, il mutuo e l’affitto) i mezzi di trasporto, le assicurazioni e i contributi previdenziali, ma anche le spese per l’istruzione, le attività sportive e ricreative (come la palestra e la pay tv) e per la cura delle persone, gli investimenti immobiliari e finanziari (sia gli acquisti sia le dismissioni). Il risultato finale dipenderà anche dalla ampiezza del nucleo familiare, dall’ubicazione degli immobili, dall’attività lavorativa svolta.
L’Agenzia delle entrate, una volta abbattuta di fatto la possibilità di transare per contanti su importi significativi, potrà disporre autonomamente di tutti i dati finanziari oggetto del redditometro: il contribuente con il software potrà controllare se corre il rischio di essere messo sotto la lente di ingrandimento del Fisco, cosa che potrà avvenire se risulta uno scostamento significativo tra reddito presumibile e reddito dichiarato. Anche se beninteso la congruità con il redditometro non mette al riparo da accertamento e relative sanzioni se si sono occultati redditi.