Costa Concordia, “Porte stagne lasciate aperte, la tragedia si poteva evitare”

La Costa Concordia davanti all’Isola del Giglio (Foto LaPresse)

ISOLA DEL GIGLIO – Una nuova perizia sulla scatola nera della Costa Concordia, secondo Il Tirreno, avrebbe rivelato che almeno due porte stagne, che durante la navigazione devono essere chiuse, erano aperte e per questo la nave è affondata troppo in fretta. Se fossero state chiuse, dice la perizia, probabilmente non ci sarebbero stati morti perché l’acqua non sarebbe entrata, almeno non così velocemente, nelle sale motori e i soccorsi avrebbero fatto in tempo a salvare tutti i passeggeri. Una teoria che, se venisse confermata, metterebbe ancora di più nei guai il comandate Francesco Schettino.

Scrive il sito de Il Tirreno, ripreso da Dagospia: “Se le paratie della nave non fossero state aperte, la nave avrebbe potuto reggere qualche ora in più, in attesa dei soccorsi di fronte all’Isola del Giglio. Ma alcune di quelle porte stagne, che durante la navigazione devono essere tenute chiuse, non hanno potuto frenare l’avanzare dell’acqua. Come avrebbero fatto se le procedure fossero state rispettate”. La ricostruzione arriverebbe da Bruno Neri, professore della facoltà di Ingegneria a Pisa. Il superconsulente del Codacons avrebbe verificato che almeno due paratie erano state lasciate aperte durante la navigazione lasciando entrare l’acqua nella sala generatori, bloccando i motori e lasciando la nave in avaria. Ciro Ambrosio, primo ufficiale di coperta, durante una testimonianza, ha invece detto che ad essere aperte erano cinque paratie.

Eppure la convenzione internazionale Solas, una legge del mare, dice che le porte stagne devono restare chiuse durante la navigazione, proprio per evitare che l’acqua, in caso di incidente, possa invadere i locali interni della nave.

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