ROMA – Una ballerina decideva chi sarebbe salito sulla scialuppa della Costa Concordia, e chi rimasto sulla nave. Questa è la dichiarazione di Eva Borbovcanova e Maurizio Gervaso, i coniugi che hanno raggiunto a nuoto uno scoglio vicino l’isola del Giglio, dopo aver lasciato i figli di 12 e 14 anni Francesca ed Alessio sulla scialuppa di salvataggio. In un’intervista al Gazzettino di Venezia i coniugi Gervasi ricostruiscono la notte della tragedia e denunciano la disorganizzazione e la superficialità dei soccorsi.
La Borbovcanova ha dichiarato: “Solo ieri sono riuscita a leggere le interviste che ci avete fatto quando siamo rientrati a casa dopo quella notte da incubo. E mi sono venute le lacrime agli occhi, pensando al pericolo che abbiamo corso, al fatto che potevamo essere tutti morti, come quelle trentadue persone che purtroppo non ce l’hanno fatta”. Maurizio Gervaso invece ha detto: “Non dimenticherò mai la disperazione sui volti dei miei bambini quando li abbiamo spinti a forza su quella scialuppa in cui era una ballerina a decidere chi doveva salire e chi no a conferma, se ce ne fosse bisogno dopo tutto quello che abbiamo visto e sentito in tv, dell’improvvisazione e dell’impreparazione dell’equipaggio di fronte al disastro provocato non da un errore bensì dalla stupidità umana”.
I coniugi hanno nuotato per mezz’ora nelle acque verso l’isola del Giglio, ignari però che l’isola fosse così vicina e con essa la salvezza grazie agli isolani. I Gervaso hanno dichiarato: “Gli unici che dobbiamo ringraziare sono le persone del posto che hanno dimostrato una rara generosità d’animo e una disponibilità genuina. Eravamo stremati, sotto choc, angosciati e il nostro unico pensiero era quello di ritrovare Alessio e Francesca. Così una signora ci ha messo sulla sua auto e ci ha portato in paese finché siamo riusciti a raggiungere la chiesa dove gridando i loro nomi li abbiamo trovati. Quel preciso momento in cui ci siamo resi conto che la nostra famiglia si era di nuovo riunita rimarrà indelebile nella nostra memoria”.
Di Schettino i coniugi hanno detto: “La sua condotta non ha alcuna giustificazione. Se avesse dato l’allarme subito siamo convinti che ora non saremmo qui a piangere tutte quelle vittime innocenti. Certo. Dovrebbe essere in carcere a meditare sulla sua superficialità e sulla sua sventatezza. Quando noi cercavamo almeno di proteggere i nostri figli, credevamo che ci fosse lui a dirigere le operazioni di soccorso e invece aveva abbandonato i suoi passeggeri, arrivando a riva asciutto e con le valige. Speriamo solo che questa immane tragedia serva da monito nell’evitare di affidare la gestione questi colossi della navigazione a personale preparato e professionale”.