Costa Concordia, interrogato Foschi. Schettino sempre più solo

GROSSETO, 14 FEB – Anche l'interrogatorio del presidente e ad di Costa Crociere spa Pierluigi Foschi, sentito oggi come persona informata sui fatti dai pm di Grosseto,farebbe restringere a poche persone la 'rosa' dei nuovi, potenziali indagati per il naufragio della nave Costa Concordia, mentre da Firenze arrivano le motivazioni del tribunale del riesame che confermano, ritenendo eccessivo il carcere, i domiciliari a Francesco Schettino, valutando inutilizzabili le intercettazioni allo stesso Schettino.

Intanto all'Isola del Giglio sono gia' 500 i metri cubi di carburante pompati dai serbatoi di prua della nave, dove si trova oltre il 65% di tutto il carburante.

Indagini e iter pre-processuale camminano paralleli e dando frutti diversi. Da giorni l'inchiesta pare orientarsi a definire un numero di indagati piu' ampio rispetto ai due attuali: Francesco Schettino ed il suo vice in plancia Ciro Ambrosio. Ma sempre in numero limitato e comunque legato alle effettive mansioni svolte sulla nave e, forse, anche a terra.

''Il naufragio sembra sempre di piu' un errore fatto da uno solo con il concorso di pochi altri e, riguardo a questi ultimi, per limitate responsabilita''', si commenta in ambienti inquirenti dopo che alla procura di Grosseto si accelera sul vaglio delle testimonianze tra il personale di Costa Crociere spa. Foschi e' l'esponente piu' apicale della compagnia sentito finora dai pm, dopo che sono stati sentiti anche il direttore generale Gianni Onorato e il direttore dell'unita' di crisi per tutta la flotta Costa, Roberto Ferrarini, il cui interrogatorio e' secretato e che la difesa di Schettino, avvocato Bruno Leporatti, giudicava ''potenzialmente indagabile''.

Foschi ha spiegato compiti e mansioni del personale della compagnia, sia a bordo della nave, sia a terra, e ritracciato con gli inquirenti anche la documentazione – tra cui alcune certificazioni internazionali – con i piani di sicurezza e salvataggio della Costa Concordia, verificando i nomi di chi doveva guidare le operazioni e come.

Oggi e' stata sentita anche la funzionaria dell'ufficio legale di Costa spa, la donna bionda col computer mandata all'isola del Giglio la mattina dopo per dare assistenza dopo il naufragio. Anche da questa testimonianza non sarebbe emerso dove sia finito il computer portatile di Schettino, che la moldava Domnica Cermotan ha detto di aver preso dalla cabina del comandante e di averglielo consegnato. Ma per gli inquirenti si tratta al momento di un particolare non rilevante e anche la testimonianza della funzionaria non sarebbe considerata centrale per l'inchiesta. Altri indagati sono ipotizzati – ''ma parlo da tecnico'', ha detto – dal difensore di Ciro Ambrosio, avvocato Salvatore Catalano, cui il procuratore Francesco Verusio ha ribadito che l'interrogatorio del suo assistito e' secretato.

Il riesame ha respinto le ipotesi dei pm del pericolo di fuga e dell'inquinamento delle prove ma anche censurato l'utilizzo delle intercettazioni ambientali fatte a Schettino in una stanza della caserma dei carabinieri di Orbetello il 14 gennaio, il giorno dopo il naufragio al Giglio. ''Non sono utilizzabili'', scrive il tribunale del riesame nelle motivazioni all'ordinanza: quelle intercettazioni ''furono autorizzate in carenza di presupposti di legge in quanto non consentite per delitti colposi''.

Schettino, da poco fermato, fu sentito anche dire che dopo l'incidente avrebbe voluto ''cambiare vita'' e di non voler piu' comandare una nave: per la procura, indizi di fuga; per il riesame ''uno sfogo estemporaneo'' e comunque che non potra' essere prova in un processo. La procura ora medita il ricorso in Cassazione, anche per smontare alcune impostazioni del riesame. Ma anche l'avvocato Bruno Leporatti valutera' se fare ricorso in Cassazione per ottenere la revoca dei domiciliari.

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Emiliano Condò