
Covid, 11 mesi di vita in meno per tutti: questo è il prezzo. E ci vorranno molti anni per recuperare (nella foto Ansa, le bare di Bergamo, foto simbolo della pandemia)
Con il Covid 11 mesi di vita in meno per tutti. Aspettativa di vita tornata ai livelli di quasi dieci anni fa, con un anno di vita in meno per le donne e uno e mezzo per gli uomini. E’ il prezzo che paga al Covid-19 chi nasce oggi, con differenze significative tra Nord e Sud della penisola, tra le zone più colpite dalla pandemia e quelle meno, tra uomini e donne. Un crollo in un lasso di tempo così breve che non ha precedenti nella storia recente del nostro Paese se non durante i periodi bellici. Ci vorranno anni per recuperare.
Aspettativa di vita Covid, differenza tra uomini e donne
Le ragazze che nascono oggi potranno contare su un’aspettativa di vita di 84,3 anni, contro gli 85,4 pre-pandemia, mentre è tornata sotto gli 80 anni l’aspettativa per i maschietti che si fermano ora a 79,7 dagli 81,1 di un anno fa. Questo è il dato che riguarda la media nazionale, un dato elaborato dal Sole24Ore e confermato dalle stime Istat. Ma anche un dato che va guardato più nel dettaglio per capire come il Covid abbia avuto impatto ed effetti molto diversi nelle varie zone del Paese a seconda della portata della sua diffusione.
A pagare il prezzo più caro saranno inevitabilmente i lombardi dove gli anni “persi” dagli uomini sono 2,7 e 2,1 quelli dalle donne. A Cremona, Lodi e Bergamo, le province più colpite dal Covid-19 nel 2020, l’aspettativa si accorcia di quasi 5 anni. Tanto da riportare i cittadini lombardi in media indietro di quindici anni, quando l’aspettativa di vita si fermava sotto i 79 anni per gli uomini e 84 per le donne, contro gli 81,5 e 86 anni rilevati nel 2019.
Le città dove si perde più aspettativa di vita
Più penalizzati, e questo è un dato omogeneo sul territorio nazionale, gli uomini. Sono loro che finora da un punto di vista sanitario hanno subito le conseguenze peggiori dell’infezione da Covid-19 e per loro la vita si accorcia di tre anni a Piacenza e Parma, di circa due e mezzo ad Alessandria e Vercelli. Nel Mezzogiorno la perdita maggiora si registra a Foggia e Crotone (che perdono rispettivamente 2,4 e 2,2 anni), e poi a Caserta, Napoli, Avellino, Enna e Siracusa: in queste province del Sud si stima una speranza di vita per il 2020 tra le più basse, inferiore ai 79 anni.
Anche tra le grandi città la più colpita è in Lombardia ed è Milano dove i maschi perdono 2,5 anni di vita (1,8 anni le donne), tornando all’orizzonte dei 79 anni e mezzo che veniva calcolato nel 2009, cioè undici anni fa. Seguono Genova e Torino, per poi passare a Napoli e Palermo, mentre Roma ha dati migliori rispetto alla media nazionale: 0,5 anni in meno per le donne e 0,8 per gli uomini.
Come in tempo di guerra
Un crollo letteralmente mai visto, se non in tempo di guerra che però, come è chiaro, farebbe storia a sé. Durante la prima guerra mondiale la speranza di vita degli italiani praticamente si dimezzò mentre, con la seconda guerra mondiale, il calo fu di circa 10 anni. Da allora in Italia l’aspettativa di vita è costantemente cresciuta e, anche negli unici due anni, il 2003 e il 2015, in cui ci fu un calo, questo non fu paragonabile a quello cui assistiamo oggi. E questo solo con i dati del 2020, della prima ondata e mezzo di Coronavirus, cioè solo con i dati sino a dicembre 2020.
