Csm: in arrivo le ‘pagelle’ per giudicare i giudici

Giudicare i giudici, conoscere quanto e come lavorano, è da oggi possibile, anzi, obbligatorio. Il nuovo ordinamento giudiziario impone la valutazione quadriennale della professionalità dei magistrati, e l’esito servirà per decider i trasferimenti e gli avanzamenti di carriera.

Nella misurazione, riporta il Sole-24 Ore, rientra anche la “laboriosità intelligente”, quel misto di abilità, organizzazione e competenza che tiene alta la qualità.

Al momento la valutazione del lavoro dei giudici avviene in modo sperimentale e non omogeneo a livello nazionale. Si basa sui confronti tra i rendimenti di magistrati dello stesso ufficio, e tra le statistiche comparate per ufficio.

Sono stati individuati degli standard sia nel civile sia nel penale che tengono conto di sentenze pronunciate e di procedimenti finiti con archiviazioni.

Le toghe sono state suddivise in otto cluster (grappoli), ovvero raggruppamenti omogenei per grandezza degli uffici, dotazioni tecnologiche, arretrati, tipo di organizzazione, specificità dei ruoli e altro.

All’interno di ogni raggruppamento tutto è confrontabile in modo preciso, fino a misurare il lavoro del singolo giudice.

Secondo il progetto di valutazione che sta per andare all’approvazione del plenum del Consiglio superiore della magistratura, toccherà al sistema operativo centrale creare i cluster e individuare gli standard sulla base dei valori dei quattro anni precedenti a quello di valutazione.

Ma per far davvero partire il sistema, sarà fondamentale l’apporto del ministero della Giustizia.

Published by
Maria Elena Perrero