Cucchi. In arrivo le conclusioni dei pm, si aggrava la posizione dei medici del Pertini

Stefano Cucchi

Le botte dei poliziotti non hanno causato la morte di Stefano Cucchi, la negligenza, l’omissione di cure e la mancanza di assistenza sanitaria dei medici del Sandro Pertini invece sì. Queste dovrebbero essere le conclusioni dei pm Vincenzo Barba e Francesca Loy, pronti a depositare gli atti a termine degli accertamenti. Si aggrava così la posizione di alcuni dei sei medici dell’ospedale romano già indagati per omicidio colposo del geometra romano arrestato per droga il 15 ottobre scorso e morto una settimana dopo. Si alleggerisce, invece, quella dei tre agenti di polizia penitenziaria accusati del presunto pestaggio avvenuto in una cella di sicurezza del tribunale di Roma.

A piazzale Clodio c’è molto riserbo sulle conclusioni dell’inchiesta redatte dai pm, ma è solo questione di ore.  Lesioni conseguenti al maltrattamento subito da Cucchi in tribunale, in luogo dell’omicidio preterintenzionale preso inizialmente in considerazione, per i tre agenti di polizia penitenziaria; omissioni e negligenze sotto il profilo della colpa professionale in aggiunta all’omicidio colposo, a seconda delle singole posizioni, per i medici del reparto penitenziario del Sandro Pertini.

Immediato il commento di Ilaria, la sorella di Stefano Cucchi, alle indiscrezioni trapelate sulle conclusioni dei pm: “Senza pestaggio Stefano non sarebbe morto: questo nessuno può negarlo. Negare questa realtà sarebbe esattamente come sostenere che Stefano si sarebbe prodotto da solo o per caso quelle lesioni”. “Ribadiamo – ha aggiunto – il nostro ringraziamento nei confronti dei pm per le indagini fin qui svolte” ma “qualsiasi astrusa e fantasiosa tesi scientifica e legale non può mettere in discussione la realtà. Stefano era in perfette condizioni di salute, è stato brutalmente picchiato e per questo è finito in ospedale, dove ha smesso di vivere”.

Intanto gli atti dell’inchiesta parlamentare sulla morte di Cucchi sono liberi dal segreto. Nelle prossime ore dovrebbero essere a disposizione del pubblico anche sul sito del Senato della Repubblica dopo che il voto positivo della Commissione presieduta da Ignazio Marino.

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