Cuffaro prosciolto: era accusato di aver assunto irregolarmente 20 giornalisti

Un caso esemplare di gestione quanto meno allegra delle risorse regionali, sanzionato dalla Corte dei Conti e oggetto di un’indagine giudiziaria, si è risolto in un nulla di fatto. Salvatore Cuffaro è stato prosciolto a Palermo dall’accusa di aver assunto irregolarmente 20 giornalisti come addetti stampa alla regione. “Il fatto non sussiste”, questa la motivazione del Gup, Mario Conte, che ha respinto la richiesta di condanna per l’ex presidente delle Regione Sicilia, presentata dal pm Gianluca Albo. Sulla vicenda pende anche un giudizio per responsabilità erariale davanti alla Corte dei Conti. Un danno stimato in circa 7 milioni di euro. Tanto sarebbero costati alle casse dell’erario gli stipendi erogati ai 20 giornalisti. Tutti assunti con la qualifica di caporedattore con decreti firmati da Cuffaro.

La vicenda processuale ruotava attorno alla nomina per chiamata diretta, quindi senza l’espletamento di un concorso, di 20 addetti stampa della Regione. Secondo la Procura, le nomine sarebbero state illegittime perchè, contrariamente a quanto prevede la legge, sarebbero state fatte senza bandire un concorso pubblico e senza attingere al personale interno all’amministrazione. Le assunzioni, inoltre, secondo l’accusa, sarebbero state dolosamente finalizzate ad avvantaggiare i 20 giornalisti assunti a tempo indeterminato con la qualifica e il trattamento economico di capo redattore. Cuffaro rispondeva di aver adottato i decreti di nomina. Con l’avallo dell’avvocato Franco Castaldi, responsabile dell’ufficio legislativo della Regione, anche lui scagionato dale accuse.

Castaldi questa mattina aveva chiesto il rito abbreviato e il pm Ennio Petrigni aveva proposto la sua condanna a un anno e quattro mesi. Cuffaro, assente in aula, aveva optato invece per il rito ordinario. Nei mesi scorsi era stata archiviata l’indagine sui giornalisti e sul successore di Cuffaro, l’attuale presidente della Regione Raffaele Lombardo.

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Warsamé Dini Casali