NAPOLI – L’uomo d’affari Luigi Bisignani ha rivelato ai pm di Napoli che conducono l’inchiesta definita in codice “P4” che organizzò l’incontro fra il candidato alla direzione del servizio segreto militare, Adriano Santini, e il presidente del comitato parlamentare di controllo, Massimo D’Alema, su richiesta di Italo Bocchino, all’epoca vice presidente dei deputati del Pdl.
Ma, riferisce Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera, “fra la richiesta e la visita (avvenuta il 9 febbraio 2010) passò del tempo, e così quando l’appuntamento si realizzò il generale Santini era stato nominato da cinque giorni al vertice dell’Aise, sebbene non ancora nell’esercizio delle funzioni. Bocchino, riascoltato dai pubblici ministeri di Napoli Curcio e Woodcock, nega però di essersi interessato della questione. E di fronte alle conferme di Bisignani, l’altra sera i magistrati hanno messo faccia a faccia l’indagato e il testimone, in un confronto dove ciascuno ha ribadito la sua versione”.
“Nei suoi interrogatori Bisignani ha spiegato che nel corso del 2009 era stato lo stesso generale Santini a cercarlo, ma per vari motivi i due non erano riusciti a parlarsi. Finché a chiamarlo fu Bocchino, che gli chiese conto del mancato contatto e se avesse qualche problema con Santini. Bisignani negò, e annunciò che si sarebbe attivato per far incontrare il candidato alla guida dell’Aise con D’Alema, come poi successe. Durante la precedente gestione dell’Aise, Bocchino aveva denunciato indebiti pedinamenti e «attenzioni» da parte di agenti segreti”
“E il 4 febbraio 2010, giorno della designazione del nuovo capo del Servizio, le agenzie di stampa diffusero un’entusiastica dichiarazione del deputato: «La nomina di Santini alla guida dell’Aise rappresenta un’ottima scelta fatta dal governo, e può essere l’occasione per il rilancio dei nostri servizi di intelligence che recentemente erano apparsi indeboliti in alcune aree strategiche»”.