D'Alema: "La manovra? Un pastrocchio. Berlusconi screditato"

ROMA – ''Il premier e' totalmente screditato e il decreto irricevibile. L'hanno riscritto in una casa privata mortificando il Parlamento''. Lo afferma Massimo D'Alema, attuale presidente del Copasir, intervistato da Il Messagero a proposito della manovra.

''E' assolutamente indecente il metodo'', osserva l'esponente del Pd, un modo di governare, che ''tocca il fondo'', ''fonte di grande confusione e contrario alla lettera e allo spirito della Costituzione'' perche' ''in un Paese civile le decisioni si prendono nelle sedi istituzionali, non a casa di Berlusconi''. E poi aggiunge: ''L'opposizione non va a casa del premier salvo rare eccezioni…''.

Secondo D'Alema hanno inserito ''misure confuse'' per togliere il contributo di solidarieta', ossia ''l'unica tassa che avrebbe dovuto pagare di tasca propria'' Berlusconi. E ''non c'e' nulla per il sostegno della crescita''.

Ormai – spiega D'Alema – ''non possiamo prendere in considerazione piu' nulla che venga detto da Silvio Berlusconi'', e ''l'unica cosa seria che il premier dovrebbe fare e' dimettersi''.

Sullo sciopero indetto dalla Cgil, l'ex presidente del Consiglio dice che ''non spetta ai partiti indire gli scioperi, ne' i partiti sono giudici delle iniziative delle forze sociali''.

Sul caso che riguarda Filippo Penati per D'Alema si deve ''respingere una campagna priva di fondamento che vuole criminalizzare il nostro partito''. Ma – conclude – esiste ''una diversita' politica importante'' tra partiti che difendono il ruolo della magistratura e partiti che si comportano in modo opposto.

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