Dambruoso: “Nell’attentato di Milano la jiadh non c’entra”. Il parere dell’esperto di terrorismo

«Dietro a questo fatto non c’è un movimento vicino al radicalismo islamico, ma probabilmente il disagio esistenziale di una persona che è sfociato in questo comportamento violento». Intervistato da Avvenire e Riformista, Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo islamico, ridimensiona l’attentato alla caserma milanese di via Perucchetti.

A giudizio del capo dell’ufficio che coordina l’attività internazionale del ministero della Giustizia, la vicenda insegna in primo luogo che l’integrazione è uno strumento fondamentale da perseguire per la prevenzione. Ma non basta. Un’integrazione delusa – puntualizza Dambruoso – può portare a reazioni limite di questo genere. In cui, però, la religione non c’entra. Peraltro, è praticamente impossibile difendersi da attacchi di questo tipo. In casi simili – dice il magistrato – non esiste una strategia adeguata a tutela della sicurezza pubblica».

Dambruoso comunque non ha dubbi: «L’attenzione deve rimanere alta. Senza allarmismi, sia chiaro, ma bisogna continuare a sapere che non è finita. In Europa e in Italia esiste un bacino di jihadismo latente che non si è mai svuotato».

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Sandro