Daniele De Santis giallo: coltellate “irrilevanti” e mistero del colpo al cranio

Daniele De Santis

ROMA – “Se ci fossero state lesioni da taglio sul corpo di De Santis, l’avremmo operato“: a parlare è il medico del Gemelli di Roma che salvò la vita di Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato dell’omicidio di Ciro Esposito.

Versione, questa del medico del Gemelli, che smentisce il referto stilato dai medici dell’ospedale di Viterbo, dove Daniele De Santis è stato trasferito lo scorso 25 giugno, per motivi di sicurezza. Referto che parla di quattro coltellate subite da De Santis prima di sparare e uccidere Ciro Esposito.

Referto a cui si sono appellati gli avvocati di Daniele De Santis per parlare di legittima difesa.

“Quello che posso dire – ha detto il dottor Giandomenico Logroscino, il medico del Gemelli, al GR1 – è che se ci fossero state lesioni da taglio importanti sarebbe stato operato per quelle lesioni da taglio, ma siccome non è stato operato per quello”.

Anche la Digos è convinta che la tesi della legittima difesa non abbia fondamento. Un filmato amatoriale depositato in questura registra infatti l’entrata di corsa dei tifosi del Napoli nel vicolo dove si trovava De Santis e circa 6-7 secondi dopo il rumore degli spari: per la polizia non ci sarebbe stato il tempo materiale per permettere ai napoletani di raggiungere, accerchiare, accoltellare e dunque mettere De Santis in una situazione di reale pericolo di vita tale da giustificare l’utilizzo della pistola.

E nella cartella clinica del Gemelli non mancherebbero soltanto le coltellate: riporta il Corriere della Sera che non c’è traccia di una ferita «da sfondamento» al lobo frontale destro di De Santis – un taglio di 20 centimetri circa dovuto ad un colpo ricevuto col calcio della pistola Benelli che sparò a Ciro e ferì suo cugino Alfonso e Gennaro Fioretti – rilevata invece dai medici di Viterbo.

Intanto i legali di Ciro Esposito, Angelo e Sergio Pisani, fanno sapere a gran voce che “occorre indagare De Sanctis ed i suoi complici per tentata strage, oltre che per l’omicidio volontario di Ciro. Questi teppisti non stavano pregando ma assalivano un pulman con donne e bambini e non per essi non può invocarsi alcuna legittima difesa”.

 

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Gianluca Pace