Dantedì, Benigni al Quirinale recita il XXV canto del Paradiso: quando e dove vedere l'evento in tv FOTO ANSA
Oggi giovedì 25 marzo è il Dantedì 2021, la giornata dedicata a Dante Alighieri. Per l’occasione Roberto Benigni al Quirinale recita il XXV canto del Paradiso della Divina Commedia di Dante Alighieri, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella e del ministro della Cultura Dario Franceschini.
Quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante e l’evento più atteso della giornata avverrà al Quirinale alle 19.10. Roberto Benigni leggerà un canto della Divina Commedia davanti a Sergio Mattarella. L’appuntamento sarà trasmesso in diretta su Rai 1. Presenta Serena Bortone, interviene il gruppo di musica antica Al Qantarah.
Il 25 marzo è la data in cui si conviene sia iniziato il viaggio nell’aldilà raccontato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Per il Dantedì 2021 il Comitato per le celebrazioni ha finanziato circa 100 iniziative e patrocinato più di 400 eventi. “Dante – ha detto il ministro Franceschini – ci insegna anche ad avere fiducia e credo che per quest’anno dovremo avere in mente davvero l’ultimo viaggio dell’Inferno. ‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’”.
Tutte le iniziative patrocinate dal Ministero della Cultura sono elencate sul sito del Ministero a questo link.
“La coerenza di Dante sia un esempio per noi”. È l’esortazione del capo dello Stato, Sergio Mattarella, che con un’intervista al Corriere della Sera celebra i 700 anni dalla morte del poeta, anche se – avverte – “non mi ha mai convinto il tentativo di attualizzare personaggi ed epoche storiche diverse” quindi “eviterei analogie tra l’Italia di Dante, uomo del Medioevo, e l’Italia di oggi”, premette Mattarella, mentre “va sottolineata la sua capacità di trascendere il suo tempo e di fornire indicazioni e insegnamenti validi per sempre” a prescindere “dalle specifiche situazioni di epoche differenti”.
Da Dante, dunque, secondo Mattarella “ci separano settecento anni, un tempo incommensurabile” tant’è che “alcune delle difficoltà e dei punti critici nel nostro carattere di italiani affondano le radici in tempi a noi molto più vicini. In un’Unità nazionale che si è formata in ritardo rispetto ad altri Stati europei e che ha proceduto inevitabilmente per strappi e accelerazioni progressive e che ha visto la coscienza popolare assimilare l’esperienza unitaria con più lentezza e fatica rispetto al progetto che animava i protagonisti del movimento unitario”.