Cronaca Italia

Davigo: “In galera pochi e per poco, li lasciamo liberi per sparargli in casa”

Davigo: “In galera pochi e per poco, li lasciamo liberi per sparargli in casa” (foto Ansa)

ROMA – Davigo, quel Piercamillo Davigo che ai tempi di Mani Pulite sintetizzò la missione e la volontà: “Rivoltare l’Italia come un calzino”. Molti anni dopo il magistrato che molti vogliono come il capo scuola di quel che verrà definito “giustizialismo” (o via giudiziaria al governo) verrà indicato anche come una possibile scelta da parte di M5S come protagonista politico. Ipotesi mai concretizzata e sempre rimata tale, con lo stesso Davigo peraltro mai apertamente consenziente. Dunque Davigo magistrato solo e sempre magistrato, con impegno crescente dentro il governo della Magistratura appunto.

Ed eccolo Davigo in un’intervista al Corriere della Sera a firma Giuseppe Salvaggiulo. Comincia dicendo che in Italia c’è “domanda patologica” di giustizia. Cioè? Cioè gli italiani non ci stanno mai alla sentenza di un Tribunale: il ricorso in Appello è pari al 100 per cento delle condanne, in Francia ad esempio è del 40 per cento. Non ci stanno alle sentenze gli italiani tutti perché hanno imparato ce conviene. Secondo Davigo nel nostro paese “conviene delinquere, non pagare i debiti, impugnare le condanne, non si ha niente da perdere a farlo”.

Ancor più secco, se possibile, Davigo sul carcere come pena effettiva: “In galera ci vanno in pochi e ci stanno pochi”. E qui fa un esempio che 24 ore dopo risulterà di inaspettata attualità. Dice Davigo: le stesse forze politiche che premono per il cosiddetto diritto alla difesa hanno poi approvato meccanismi che limitano la carcerazione. Dunque: “li lasciamo liberi per potergli sparare in casa. Non sarebbe meglio incarcerarli? La legittima difesa aumenterà i morti e fa parte delle leggi illudi cittadini, come i militari sulle strade”.

L’attualità? Appena 24 ore dopo Matteo Salvini ministro degli Interni va a trovare in carcere per esprimergli tutta la sua solidarietà un detenuto. Un detenuto di cui Salvini ministro degli Interni proclama pubblicamente la sostanziale innocenza. Tanto che Salvini annuncia chiederà per lui la grazia a Mattarella. Nessuno in Italia si azzarda a ricordare che i membri del Parlamento possono andare a trovare in cella detenuti per verificare le loro condizioni, punto. Nessun membro del Parlamento tanto meno del governo ha il diritto di andare nelle celle a proclamare l’innocenza del detenuto. Ma nessuno si azzarda.

Salvini dice che presto arriverà la legge sulla legittima difesa e che il detenuto in questione, condannato a poco più di quattro anni per aver sparato ad un ladro nel suo cantiere, aveva appunto esercitato diritto sacrosanto alla difesa in casa propria. Non è proprio così, almeno dagli atti del processo e dalle perizie sui fatti. Il detenuto aveva prima sparato colpi in aria, e qui la difesa ci sta. Poi un suo aiutante aveva bloccato un ladro, l’aveva messo a terra e il colpo di fucile che colpirà il ladro al torace risulta da perizia balistica sparato da uomo in piedi ad uomo supino. Difesa anche questa? Per Salvini sì.

A Salvini portatore finalmente della sicurezza credono sempre più elettori. Non Davigo. Davigo che non crede neanche un po’ neanche ad Autorità Anti Corruzione e robe simili. Dice Davigo: “Nel mondo reale più le gare d’appalto sono truccate e più tangenti circolano e più le pratiche amministrative sono ineccepibili”. L’unica contro la corruzione: l’agente sotto copertura che partecipa agli appalti.

Riepilogando: italiani che la giustizia la invocano tutti ma ognuno se la rigira come gli pare e alla giustizia nella realtà non ci tengono, sistema che rende conveniente il violare leggi e regole, poca galera per pochi, tanta illusione securitaria e più morti in arrivo con lo spara al ladro libero e legale (vittime non solo tra i ladri) e corruzione indomabile se non con un poliziotto in ogni cassetto (sperando tutti i poliziotti siano incorruttibili). Pensieri giustizialisti alla Davigo che la pubblica opinione e la politica consumano à la carte, mai tutti interi. Cioè quando fanno comodo: giustizialisti con gli altri, garantisti con se stessi. Così sono i cittadini, così sono i politici dai cittadini votati. 

Fonte Corriere della Sera.

Published by
Mino Fuccillo