ROMA, 19 SET – E' durata circa due ore la prima udienza davanti al gup del Tribunale di Roma del processo che vede Manuel Winston Reyes imputato per l'omicidio di Alberica Filo Della Torre. L'ex domestico di casa Mattei, reo confesso di quanto avvenuto il 10 luglio del 1991, è arrivato in tribunale poco dopo le dieci. Giacca sportiva bianca, pantaloni beige e camicia a scacchi: il filippino è entrato nell'aula dove era presente anche Pietro Mattei, vedovo della nobildonna. Nessuno sguardo, nessuna parola: l'udienza è proseguita in un clima di apparente tranquillita'.
Il giudice Massimo Di Lauro, ha deciso il rito abbreviato respingendo la richiesta avanzata dagli avvocati Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, difensori del domestico filippino, di procedere con il rito abbreviato condizionato all'audizione di testimoni (due ex datori di lavoro di Winston e un medico legale) ed ha fissato per il 29 settembre prossimo la seconda udienza durante la quale deciderà se affidare una perizia per la trascrizione di alcune conversazioni telefoniche nelle quali il filippino fa riferimento ai gioielli rubati alla nobildonna romana.
Le cinque bobine, rimaste negli archivi della Procura di Roma per quasi vent'anni, sono al momento agli atti dell'inchiesta e dalla trascrizione e traduzione effettuata dai periti del pm Francesca Loy, emergerebbe il fatto che tra il 12 e 13 settembre del 1991 Winston si informò con un connazionale sulla possibilità di smerciare i gioielli (un anello e un collier) rubati alla contessa e che sarebbero alla base del movente del delitto. All'epoca dei fatti, delle 14 bobine di intercettazioni relative a Winston svolte tra il luglio e il settembre del 1991, solo 5 furono trascritte e tradotte. Lo scorso anno, quando l'inchiesta fu riaperta, il pm Francesca Loy ha chiesto la trascrizione anche dei nastri mancanti. Da qui la scoperta delle intercettazioni che sembrano inchiodare Winston. Gli inquirenti, inoltre, sono anche riusciti ad individuare il ricettatore che si occupo' di rivendere i gioielli della contessa del valore di circa 80 milioni di vecchie lire. Si tratta di un altro filippino, con precedenti penali specifici, che anni fa e' stato espulso dall'Italia e si troverebbe attualmente in patria.