Delitto Melania Rea, un’amica racconta: “Voleva tornare dai suoi genitori”

Melania Rea (foto LaPresse)

ROMA – Il rapporto tra Melania Rea e il marito Salvatore non andava molto bene. L’arrivo della piccola Vittoria, nata sul finire del 2009, non era infatti bastato a rimarginare le ferite di un’unione che alternava alti e bassi, liti e riappacificazioni. Lui, Salvatore Paolisi, 30 anni, istruttore delle donne soldato nella caserma di Ascoli, aveva avuto qualche scappatella. Lei, Carmela Rea, detta Malania, 29 anni, scomparsa il 18 aprile a Colle San Marco e ritrovata assassinata due giorni dopo in un boschetto a pochi chilometri di distanza, andava e veniva da Somma Vesuviana, il suo paese d’origine.

Le liti negli ultimi tempi si erano fatte più frequenti: l’ultima è stata domenica, il giorno prima della scomparsa. “Non è affatto da escludere che la donna abbia preso in considerazione l’eventualità di tornare con la bimba dai suoi genitori a Somma…”, è l’idea maturata tra chi indaga.

Un’ipotesi confermata anche da quanto riferito ai carabinieri dall’amica Imma, che vive a Somma e alla quale Melania, spesso sola, consegnava confidenze e sospetti sui suoi rapporti con il marito. Carmela a casa di papà e mamma lei aveva trascorso nel 2009 l’intera gravidanza, venendo raggiunta solo nei fine settimana da Salvatore Parolisi, 30 anni, istruttore delle donne soldato nella caserma di Ascoli. E anche dopo la nascita della bambina, non passava settimana senza che Melania non facesse un salto a Somma, tornando a Folignano il minimo indispensabile.

Uno spaccato di vita familiare che ora è al vaglio dei magistrati del pool di Ascoli e Teramo. Che un’idea sull’omicidio e su chi può averlo commesso cominciano ad averla (“Le ipotesi si restringono”, ha detto il colonnello Alessandro Patrizio), ma che di mosse non ne faranno finché non avranno i risultati dei Ris sui reperti recuperati nei luoghi della scomparsa (Colle San Marco) e del ritrovamento (Ripe di Civitella).

L’ipotesi prevalente resta il delitto passionale, “comunque un omicidio d’impeto, non premeditato”. Al centro della scena c’è il marito Salvatore: ai dubbi sulla sua versione (davvero non si capisce perché la moglie avrebbe dovuto prendere la strada più lunga per andare in bagno, come ha riferito), si è aggiunto il mistero del trolley. Una guardia carceraria, suo amico, ha detto agli inquirenti di aver visto una valigia, il giorno della scomparsa, nell’auto di Salvatore. Era di Melania? La donna non aveva in programma viaggi. Cosa conteneva? Comunque sia, del trolley non c’è più traccia. Da capire poi di chi fosse lo scontrino trovato vicino al cadavere: è del 18 aprile, giorno della scomparsa, ed è stato emesso alle 12,52 in un alimentari vicino a Ripe; potrebbe essere del killer o di una persona passata lì prima dell’omicidio

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Lorenzo Briotti