ROMA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Winston Manuel Reves, il filippino accusato della morte della contessa Alberica Filo della Torre avvenuto a Roma il 10 lugio del 1991. Per l’uomo venerdì mattina era fissato l’interrogatorio di convalida del fermo di fronte al gip Francesco Patrone. In base a quanto si apprende il filippino, assistito dagli avvocati Mattia La Marra e Flamini Caldani, non ha risposto alle domande del magistrato. Il gip dovrà ora decidere se tramutare il fermo in arresto.
Chi lo ha potuto incontrare racconta di un uomo molto provato psicologicamente con lo sguardo quasi assente. Non chiede della sua famiglia e ha atteso in uno stato di apparente ”torpore” l’interrogatorio di convalida. Il filippino avrebbe dovuto tentare di spiegare perché gli uomini del Ris hanno individuato sul lenzuolo che avvolgeva il corpo senza vita della nobildonna una traccia ematica con il suo Dna. Giovedì, intanto, in procura è stato ascoltato come persona informata sui fatti Pietro Mattei, il marito di Alberica. L’uomo, per circa un’ora e mezza, avrebbe ricostruito, rispondendo alle domande del pm Francesca Loy, cosa avvenne quel 10 luglio del 1991 quando la moglie fu trovata priva di vita al primo piano della villa all’Olgiata. Proprio il nome di Mattei compare nel decreto di fermo redatto dalla Procura di Roma. Il marito della nobildonna, così come altre cinque, già all’epoca dei fatti, così come si legge nel provvedimento, avevano tirato in ballo il domestico filippino che per circa due mesi aveva lavorato dai Mattei.
In particolare, Remedios Ancheta, domestica che venne assunta nell’aprile del 1991, nel corso di sommarie informazioni del 14 luglio del 1991 affermò di essere a conoscenza del fatto che ”Winston chiese dei prestiti e che lavorò nella villa fino a metà giugno”. Dal canto suo Mattei raccontò che Winston ”dormiva in casa e per questo conosceva la combinazione della porta di accesso del garage ed aveva le chiavi del cancello della villa”. Nel decreto viene citata anche una donna spagnola, Maria Luisa Occhi Ortega, che disse agli inquirenti che la contessa Filo della Torre licenziò il filippino ”perché chiedeva sempre anticipi”. Una massaggiatrice, Cristina Gismondi, raccontò che ”Alberica si lamentava con lei di lui, perché‚ non rispettava gli impegni assunti” mentre una amica della contessa, Anita Masotti, afferma che Winston fu allontanato perché ”beveva, non gli piaceva e non gli dava alcuna fiducia”. Infine c’è anche la testimonianza di una baby sitter, l’inglese Melanine Uniacke, ascoltata a poche ore dal delitto, che riferendosi al filippino affermò che si trattava ”di una persona di cui la contessa si lamentava per la scarsa attitudine al lavoro”. La ragazza ”non assistette mai a richieste di denaro pur sapendo che l’uomo lavorava in villa per ripianare un debito con la contessa”.