Delitto Olgiata: nel 1991 Winston voleva piazzare i gioielli della contessa

ROMA, 14 SET – La prova della colpevolezza di Winston Manuel Reys, il filippino che nell'aprile scorso ha confessato l'omicidio della contessa Alberica Filo Della Torre, era forse nascosta negli archivi della procura di Roma. Una bobina di intercettazioni, datata settembre del 1991, avrebbe forse potuto far chiudere in pochi mesi una vicenda che si è trascinata per oltre vent'anni.

Agli atti della nuova inchiesta, condotta dal pm Francesca Loy, e che nei mesi scorsi ha portato alla clamorosa svolta dell'arresto dell'ex domestico dell'Olgiata ci sono anche due intercettazioni telefoniche che risalgono al 12 e 13 settembre del '91. Nelle conversazioni Winston e un connazionale parlano di come smerciare dei gioielli. In particolare il domestico chiede se il suo amico puo' metterlo in contatto con un ricettatore citando sia il collier che l'anello.

Secondo gli inquirenti si tratta dei preziosi scomparsi della villa della nobildonna e che sarebbero il movente del delitto. All'epoca dei fatti, delle 14 bobine di intercettazioni relative a Winston svolte tra il luglio e il settembre del 1991, solo 5 furono trascritte e tradotte. Lo scorso anno, quando l'inchiesta fu riaperta, il pm Francesca Loy ha chiesto la trascrizione anche dei nastri mancanti. Da qui la scoperta delle intercettazioni che sembrano complicare, ulteriormente, la posizione del filippino.

Gli inquirenti, inoltre, sono anche riusciti ad individuare il ricettatore che si occupò di rivendere i gioielli della contessa del valore di circa 80 milioni di lire. Si tratta di un altro filippino, con precedenti penali specifici, che anni fa è stato espulso dall'Italia e si troverebbe attualmente in patria. Un nuovo clamoroso retroscena che giunge a pochi giorni dalla prima udienza del processo che vede Winston imputato per le accuse di omicidio volontario e rapina impropria. E' fissata, infatti, per lunedì 19 settembre la prima udienza davanti al gup Massimo Di Lauro.

''Queste intercettazioni – afferma Giuseppe Marazzita, legale del marito della contessa rappresentano l'ennesimo retroscena clamoroso di questa indagine. Dimostrano che senza l'iniziativa di Pietro Mattei questo caso, in realta' semplice, non sarebbe stato risolto. Si tratta dell'ennesimo imperdonabile errore degli investigatori che ha ostacolato per vent'anni la scoperta della verità''.

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Emiliano Condò