Si riaprono le indagini sul delitto dell’ Olgiata avvenuto a Roma nel luglio del 1991. Valentina Errante scrive sul Messaggero: “L’’inchiesta sul delitto dell’Olgiata come quella su via Poma, che dopo diciassette anni è ripartita da zero e si è chiusa con un rinvio a giudizio. E di arrivare in Corte d’Assise adesso sperano anche i magistrati che hanno deciso di ricominciare con le indagini sulla morte di Alberica Filo della Torre, uccisa nella sua villa diciannove anni fa. I pm sono ripartiti dal principio. Dalla mattina di quel 10 luglio del ’91. E già i nuovi interrogatori, dei vecchi protagonisti di questo mistero, sono cominciati”.
“Nell’ultimo anno, – continua Valentina Errante – il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Francesca Loy hanno riesaminato e riletto tutti gli atti del ‘cold case’ Olgiata. Verbali di sequestro e di tesimonianza, perizie e accertamenti. Hanno schedato tutto. E hanno ricominciato, come se l’omicidio fosse avvenuto pochi giorni fa. Il pm Francesca Loy ha avviato l’struttoria. Partendo con l’interrogatorio del marito della vittima, Pietro Mattei, poi dei figli, che al momento dell’omicidio avevano 7 e 9 anni. E sono già stati ascoltati anche vicini della villa e gli investigatori che si occuparono del caso nel ’91”.
“Intanto la procura ha delegato al Ris dei carabinieri di Roma di eseguire, alla luce delle nuove tecnologia strumentali, gli accertamenti su tutti i reperti – continua la giornalista del Messaggero – . Dallo zoccolo, con il quale la contessa sarebbe stata stordiata quella mattina di luglio, ai pezzetti di carta da parati della sua stanza da letto. Poi la biancheria intima della vittima, il lenzuolo, i fazzoletti di carta, il Rolex d’oro, rimasto al polso di Alberica e consegnato in procura dal marito solo recentemente. Come l’agenda della contessa spuntata dal nulla due anni fa”.
“In tutto una quarantina di oggetti recuperati sulla scena del delitto. Si cercano soprattutto tracce biologiche. Da un fazzoletto è già stato isolato da tempo il profilo di un dna maschile. E ora sono in corso accertamenti e confronti per l’attribuzione, proprio come è avvenuto nell’inchiesta sulla morte di Simonetta Cesaroni. Gli esami hanno già escluso i due vecchi indagati, il domestico filippino, Manuel Wiston, e il figlio della governante della contessa, Roberto Iacono. E al Ris tocca anche la perizia sul telefonino di Alberica, consegnato da Emilia Parisi Halfon ai pm pochi giorni fa. Un cellulare dimenticato in un cassetto per diciannove anni. L’esame dei tecnici dell’arma dovrà stabilire se sia possibile rintracciare le chiamate in entrata e in uscita su quel Tacs Motorola. E magari individuare nuove piste per quell’omicidio che non ha mai avuto un colpevole”.
“Sul registro degli indagati sono ancora iscritti i nomi di Wiston e Iacono, che hanno sempre smentito ogni coinvolgimento nella vicenda, e sono già risultati estranei in una prima fase delle indagini”.
“Intanto l’avvocato Giuseppe Marazzita, legale di Mattei, esprime tutta la sua soddisfazione per il deposito del cellulare tra i reperti dell’inchiesta. Il legale puntualizza che il suo cliente non ricordava che ad avere quel cellulare fosse Emilia Parisi Halfon e aggiunge: ‘A distanza di tanti anni mi sembra difficile che possano esserci nel telefono ancora elementi utili, ma spero venga fuori qualche elemento». Mentre Marcello Petrelli, legale della Halfon, spiega di aver consigliato lui stesso alla signora di rivolgersi ai magistrati: «Penso che la signora avesse dimenticato di aver avuto in dono questo telefonino’. Al momento del ritrovamento ‘lei ha chiesto la mia opinione e io le ho consigliato di consegnarlo agli inquirenti. Lo aveva ricevuto da Mattei'”.
Infine, Valentina Errante ricorda come fu uccisa la nobildonna romana: “Alberica Filo Della Torre fu strangolata, dopo essere stata colpita violentemente alla testa, probabilmente con uno zoccolo. Quella mattina, nella villa dell’Olgiata erano in corso i preparativi per la festa di anniversario dei coniugi Mattei”.