PERUGIA – Si aggrava la posizione di Riccardo Menenti, accusato insieme a suo figlio Valerio, dell’assassinio di Alessandro Polizzi e del tentato omicidio della fidanzata Julia Tosti, a Perugia la notte tra il 25 e 26 marzo. Lungo le scale del condominio in cui è avvenuto l’omicidio e sull’arma rinvenuta sulla scena, la scientifica ha trovato tracce di sangue dell’uomo.
E una traccia biologica con il dna dell’uomo commista a quella della vittima è stata isolata anche sulla pistola ritrovata sulla scena del crimine, sotto il mobile del telefono, una vecchia Beretta del 1934 non denunciata. In particolare si tratterebbe di cellule di sfaldamento miste al sangue di Polizzi sul cane della pistola. E’ quanto si legge negli atti depositati in vista dell’udienza del riesame che era in programma per oggi, 26 aprile.
Istanza di riesame alla quale oggi i due hanno deciso di rinunciare. Dagli atti della scientifica è emerso con chiarezza che ”la sostanza ematica” su due tracce trovate sulle scale ”appartiene a Riccardo Menenti”.
Riccardo Menenti, 54 anni, e il figlio Valerio, 26 anni, accusato di essere il mandante dell’omicidio per via dei pestaggi subiti in tre occasioni da Alessandro, al momento restano rinchiusi nel carcere di Capanne.
Dalle carte dell’ordinanza di custodia, emessa l’11 aprile scorso, era venuto fuori grazie a diverse testimonianze il rapporto molto burrascoso tra Julia e Valerio. Quest’ultimo l’aveva picchiata più di una volta, arrivando fino a tentare di investirla con la macchina. I contatti erano continuati anche dopo che i due si erano lasciati, a gennaio.