Cronaca Italia

Denise Pipitone, la tesi del rapimento: la testimonianza di Battista Della Chiave e l’auto che sbatte sul paracarro

Prende corpo la tesi del rapimento di Denise Pipitone. O meglio, la pista si arricchisce di nuovi dettagli. In particolare, Chi l’ha visto? ha ripreso in mano la testimonianza di Battista Della Chiave, il testimone sordomuto ormai defunto. Battista aveva detto di aver visto la bambina su uno scooter, ma la sua testimonianza potrebbe essere stata travisata. Adesso nuovi esperti della lingua dei segni stanno analizzando i suoi gesti.

Parallelamente, c’è un’altra storia al vaglio in questi giorni. Maria Angioni, ex Pm che indagò sulla scomparsa della bambina di Mazara del Vallo, parla di un incidente d’auto. Un’auto che quel giorno andò a finire su un paracarro di pietra. L’auto probabilmente andava ad alta velocità. A bordo avrebbe potuto esserci Denise?

Battista Della Chiave e la testimonianza su Denise Pipitone

Come detto, Della Chiave era già stato sentito anni fa. Essendo sordomuto, rese la sua testimonianza dal linguaggio dei segni. Nelle ultime settimane sta avanzando l’ipotesi che Battista all’epoca non sia stato capito. Ma nel frattempo il testimone è morto. Quindi, l’unico modo per cercare di capire esattamente cosa volesse dire, è rivedere la sua testimonianza di allora.

Chi l’ha visto ha provato a ricostruire il suo racconto: Denise sarebbe stata rapita da un uomo, che l’avrebbe poi passato a un ragazzo. Uno scuro di carnagione e con i capelli ricci. Quest’ultimo l’avrebbe trasportata con lo scooter fino al mare, passando per un cavalcavia. A quel punto la bambina sarebbe stata nascosta dentro una coperta e portata su una barca a remi, davanti al faro. L’imbarcazione si sarebbe poi allontanata. Lo scooter, invece, sarebbe stato gettato in acqua.

Maria Angioni e l’incidente dell’auto contro il paracarro di pietra

Maria Angioni, ex pm dell’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone, nel corso della trasmissione “Mattino Cinque” ha parlato della misteriosa auto che quel giorno, viaggiando ad alta velocità, finì contro un paracarro di pietra e poi svanì nel nulla.

“Questa macchina che scappa e l’incidente che ha avuto – ha sottolineato il magistrato che condusse le prime indagini – è molto importante. A lungo ho ritenuto fosse la macchina con cui è stata portata via la bambina. Ricordo che oltre al meccanico, c’era anche una coppia. E ricordo che questa coppia aveva indicato un orario in cui aveva visto la macchina. Queste due persone erano state avvicinate da un componente della ‘famiglia allargata’ della bambina, dopodiché avevano cambiato un po’ l’orario. Per questo motivo li avevo ascoltati più volte”.

L’ex Pm ha aggiunto che “nel complesso dalle dichiarazioni di questi testimoni, e dalla dichiarazione del meccanico, era emerso che l’autovettura, correndo alla disperata, era andata a sbattere contro un paracarro di pietra. I testimoni avevano riferito anche la direzione, compatibile con una fuga dal luogo dove la bambina era scomparsa”. 

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Alberto Francavilla