RAVENNA – Con l'operaio 'in nero' steso a terra dopo una rovinosa caduta da un ponteggio fissato male, hanno prima pensato di simulare un incidente stradale tra una bici e un'auto, poi hanno tentato di convincerlo a raccontare di essere caduto sporgendosi da una finestra posta ad appena un metro da terra. Intanto erano passate due ore e ora l'operaio, un trentaduenne originario di Mazara del Vallo (Trapani) ricoverato all'ospedale Bufalini di Cesena, rischia di non camminare piu'.
E' accaduto ieri in un cantiere edile a Punta Marina Terme, sul litorale ravennate, dove gli agenti della squadra Mobile e delle Volanti hanno arrestato in flagranza di reato, con l'accusa di estorsione, due operai (un tunisino di 31 anni e un romeno di 49) e il capocantiere pro-tempore, un trentasettenne di Laterza (Taranto), da tempo domiciliato sul litorale ravennate cosi' come l'operaio ferito.
Secondo le prime ipotesi d'accusa, a fornire ai tre le indicazioni sul modo di muoversi subito dopo l'incidente sarebbe stata una quarta persona, che si trovava in vacanza e sulla quale sono in corso accertamenti. In attesa dell'udienza di convalida, i tre – difesi dagli avvocati Maria Ivonne Milani, Roberto Ballardini e Cristina Beghi – sono stati interrogati dal pm di turno Cristina D'Aniello. Sia il tunisino che il romeno hanno deciso di parlare: la loro posizione sembra destinata a un ruolo marginale senza misure restrittive. L'italiano arrestato ha invece deciso di tacere.
