Un’indagine partita da un conto corrente che i carabinieri hanno trovato alla Barclays Bank, Isole Seychelles, a nome della Waldorf Investment. Dietro quella società, secondo gli investigatori, ci sono il senatore Nicola Di Girolamo e Marco Toseroni, entrambi indagati, insieme ad altre 54 persone, nell’operazione sul riciclaggio di denaro sporco del Ros e della Guardia di Finanza. I particolari della vicenda sono riportati dal sito dell’Espresso che fornisce ulteriori dettagli: nel conto corrente incriminato, in pochi mesi, finiscono dentro 36 milioni di euro.
Tutti profitti che si suppone siano stati guadagnati illecitamente dalla banda capeggiata dall’imprenditore Gennaro Mokbel che dal 2003 al 2007, grazie alla falsa compravendita di schede prepagate e alla fittizia compravendita di traffico telefonico mai effettuato, ha generato operazioni per 2,2 miliardi di euro. Il senatore Di Girolamo – di cui oggi la procura ha chiesto l’arresto – è uno dei perni dell’inchiesta: dalle intercettazioni e dalle indagini economiche sembra che il suo ruolo sia più che rilevante. Il suo nome figura spesso nelle intercettazioni delle conversazioni in cui si parla della possibilità di far rientrare i capitali dall’estero e di investire i guadagni illeciti.
Il sito dell’Espresso pubblica alcuni stralci di queste intercettazioni, partendo proprio da Mokbel che parla con uno dei suoi soci: «Noi stiamo a vive male, però, molto male! Ammucchiamo, ammucchiamo ma non famo mai un cazzo… mo’ tocca iniziare a spenderli sti soldi. Massimo, Pinocchio (che secondo gli investigatori è l’amico e socio Marco Toseroni) è convinto che sulle gioiellerie, ha chiamato l’amministratore de Vancleef, ha un appuntamento st’altra settimana…».
Il nome di Di Girolamo spunta quando c’è necessità di far rientrare i capitali dall’estero. Lo studio dei flussi di denaro è stato complesso, ma per riportare i soldi in Italia vengono usati esperti e avvocati stranieri, spesso titolari di fiduciarie in stati esteri. Fra questi c’è anche l’italiano Fabrizio Rubini, coinvolto in una criptica telefonata proprio con il senatore Di Girolamo. L’uomo, fra l’altro, nel 2005 è finito in carcere a Regina Coeli, accusato di aver ucciso il rivale in amore, un geometra di Ostia. Nonostante l’accusa grave e le intercettazioni che inchiodavano lui e l’amante, Rubini è stato scarcerato nel 2006.
Ecco il testo della chiacchierata tra i due:
D: «Pronto»
R: «Nicola scusa è una cosa rapidissima. Mi hanno confermato che tra domani e dopodomani a Rimini mi hanno dato tutto. Tutti i documenti inerenti a quella cosa che ho discusso con Giovanni…io rientrerei giovedì, ma ti trovo per portarveli subito così ve li leggete…» D: «Io martedì sono già operativo il pomeriggio»
D: «Io martedì sono già operativo il pomeriggio»
R: «Ti porto un po’ di pezzi di carta, per te»
D: «bene, così riusciamo a reimpostà un po’, e niente da domani allora facciamo il punto su questo e su quell’altra cosa, oltretutto questa è un po’ una pratica “pilota”, perché se va avanti…tutto quello che mi ero fermato di prendere…perchè avevo vari dubbi su Paolo e quant’altro, capisci che dirottiamo tutto qua?»
R: «Assolutamente si, perfetto».
D: «Okay a posto».
Sempre il sito del settimanale parla anche di un altro coinvolgimento nell’inchiesta, quello di Finmeccanica. Secondo gli inquirenti la banda avrebbe investito circa otto milioni di euro per comprare le quote della Digint srl, una società che dovrebbe produrre software e hardware nata nel 2007 e partecipata da una società anonima lussemburghese (la Financial Lincoln) e dal colosso pubblico Finmeccanica, che ne detiene il 49 per cento. Mokbel e i suoi parlano spesso di Pier Francesco Guarguaglini e altri dirigenti dell’azienda:
«Io ieri sera sono stato a cena con uno dei capoccioni di Finmeccanica» spiega Mokbel a un amico «uno dei tre che comandano Finmeccanica. Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l’accordo da sei miliardi… sugli aerei… Finmeccanica, fa gli aerei degli Stati Uniti». A un altro interlocutore, Mokbel ripete che è stato a cena con «il numero tre della terza industria militare del mondo e con due della Cia…Aveva una scorta de quelle che non se possono…armati, un cazzo de marchingegno, m’hanno offerto, non a me, ma tramite sempre l’avvocato Nicola (secondo gli inquirenti si tratta del senatore Di Girolamo, ndr) di aprire una loro agenzia per tutto il centro Asia, per la vendita di prodotti di sicurezza… e prodotti militari… elicotteri Augusta e via dicendo. Ci abbiamo una riunione lunedì». A un altro personaggio, Mokbel soggerisce di tenere la bocca chiusa sull’affare, perché le possibilità di fare altri soldi sono molte. «Incominci a comprare gli elicotteri Augusta…quanti amici vuoi? Che cazzo vuoi? Che sicurezza vuoi? Che tecnologia vuoi? Questa è una cosa …che ci apre tutto un altro scenario che manco te lo voglio dì…»