Ancora in pigiama e con il beauty case sotto braccio. Così, ogni mattina, Maria Colombo si presenta nel municipio di Vigo di Fassa. Saluta il vicesindaco Guido Bernard che le ha permesso di usare i servizi del palazzo del Comune e poi si dirige verso il bagno, dove si può almeno lavare il viso e i denti.
A casa saponetta e spazzolino rimarrebbero inutilizzati. L’acqua corrente non raggiunge l’abitazione di Maria e, dopo dieci anni di inutile attesa, la situazione è diventata insostenibile. La prima volta, per non rischiare nulla, la signora si era fatta accompagnare in municipio dai carabinieri. Poi ha continuato da sola la sua civile protesta, nonostante mugugni di alcuni dipendenti del Comune, forse stanchi di quella che ai loro occhi appare come un’inopportuna sceneggiata.
Ma Maria si dice “esasperata e in prossimità di guai fisici ben più gravi”. Nei giorni fortunati l’acqua esce a singhiozzo dai rubinetti. Altrimenti la famiglia Colombo resta a secco. Come se non bastasse, il disservizio ha “danneggiato gli elettrodomestici che ho dovuto far riparare o cambiare per improvvise carenze idriche che non mi sono state certamente segnalate”. Vicino casa ha fatto impiantare un idrante, “ma alla bisogna è inutilizzabile se non c’è acqua”.
La donna si è fatta sentire più volte con l’ispettore distrettuale dei vigili del fuoco. Ma con scarsi risultati. “Ho ottenuto solo promesse e rimpalli di responsabilità fra i Comuni di Vigo e Pozza che cogestiscono l’acquedotto di Soial. Non abbiamo potuto installare neanche i contatori per la pressione inesistente o comunque insufficiente mentre la fattura che è stabilita a forfait è puntuale e salata. Sembra una presa in giro, ma conti alla mano è così”.
*Scuola di Giornalismo Luiss
