Ai romani è bastata una settimana dal cosiddetto “switch off” di Raidue e Retequattro, per capire cosa significa abbandonare il caro vecchio televisore analogico. Anzitutto molti cittadini scoprono a loro spese che sintonizzare le frequenze, pur avendo il decoder, è un’operazione non automatica ma manuale. E piuttosto complessa. Per venire in aiuto ad anziani ed utenti sprovveduti, nei giorni scorsi sono scesi in campo anche finti antennisti o sedicenti funzionari Rai chiamati per sintonizzare, a pagamento, i vecchi televisori. Per dare un’idea, ventimila sono le chiamate arrivate in un giorno al numero verde attivato dal Ministero. Di questi, ben il 12 per cento ha chiamato per denunciare veri e propri tentativi di raggiro per spillare soldi ai meno informati. La maggioranza degli utenti ha lamentato problemi tecnici con le connessioni, i cavi, la sintonizzazione.
Intanto per moltissimi abbonati, Raidue è di fatto scomparsa dal televisore. Fenomeno che ha fatto crollare gli ascolti per l’azienda di Stato: nel Lazio si sono praticamente dimezzati gli ascolti con un 3,71 per cento rispetto al 6,75% di lunedì 15. Rete 4 invece si è attestata sul 4,03% rispetto al 5,52% di lunedì. Ma non è solo Rai 2 il problema: dagli schermi, anche quelli forniti di tecnologia digitale, sono scomparsi tutti i canali ai. Non così è accaduto per le reti Mediaset, più accorta evidentemente a non danneggiare se stessa.
Il panico per la cosiddetta “emergenza nonna” è finita anche sul portale di video Youtube, dove è possibile reperire esilaranti video amatoriali sulle nonne alle prese con il decoder digitale terrestre. Anche sul social network Facebook, si scatena la rabbia degli abbonati che a centinaia si sono iscritti a gruppi come “Boicotta il digitale” o “Aboliamo il digitale terrestre”.
Un altro problema, e non di poco conto, sta coinvolgendo tutte le reti private del Lazio, che a causa della mancanza di infrastrutture tecnologiche o di “quattrini” non possono eseguire l’aggiornamento tecnologico che le porterebbe sul digitale. Per questo motivo molte ora rischiano di scomparire.
Nel frattempo il condacons ha annunciato il 16 giugno la prima causa al Giudice di Pace, “per avere indietro quanto pagato per il decoder, indispensabile per il passaggio al digitale terrestre”. L’azione dell’associazione dei consumatori è nata dalla semplice denuncia di un cittadino della Capitale, “costretto” ad acquistare l’apparecchio per poter vedere tutti i canali televisivi.
Fin qui il digitale, ma il più e il peggio forse deve ancora venire: perchè il 30 giugno, come ci ricordano i messaggi comparsi in questi giorni sulle reti Rai, cambieranno le frequenze di Rai Uno su tutto il territorio nazionale. Circa 14 milioni di abbonati dovranno quindi risintonizzare il primo canale Rai, per far posto a Europa 7, come stabilisce la nuova disciplina Ue. Gli utenti già digitali non avranno nessun problema. Ma per tutti gli altri, alle prese con i decoder, altro stress.
*Scuola di Giornalismo Luiss
